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Margine nel trading

margine trading

Cos’è, funzionamento e tipologie di margine nel trading.

Cos'è il margine nel trading e come funziona

Il margine nel trading è il denaro che un trader deve depositare presso il proprio broker per aprire e mantenere una posizione aperta sul mercato. Il margine serve come garanzia per coprire eventuali perdite che potrebbero verificarsi durante la negoziazione.

Il margine nel trading viene utilizzato dai broker per garantire che i trader non possano perdere più di quanto hanno depositato.

Inoltre, il trading con margine consente di aumentare la potenziale esposizione, amplificando potenzialmente i guadagni e le perdite.

Perché fare trading con margine

Il trading con margine (a leva) consente ai trader di accedere a una maggiore quantità di denaro e, di conseguenza, di ampliare il proprio potenziale capitale investito, permettendo di aprire posizioni più grandi di quanto sarebbero in grado di fare con il proprio capitale.

Tra gli altri vantaggi, non bisogna dimenticare che il margine consente di diversificare il portafoglio di investimenti e di aprire posizioni su mercati che altrimenti sarebbero troppo costosi e inaccessibili.

Tuttavia, è importante comprendere che il trading con margine comporta anche un rischio maggiore, poiché le perdite possono essere maggiori rispetto al proprio capitale iniziale.

Ad esempio, se il mercato va contro la posizione aperta dal trader, il margine potrebbe non essere sufficiente per coprire le perdite e il trader potrebbe subire una chiamata al margine ("margin call") ovvero una richiesta di integrazione dove il broker chiederà al trader di depositare ulteriore denaro per poter tenere aperta la posizione.

Come si calcola il margine nel trading

Il margine nel trading viene calcolato moltiplicando il valore totale della posizione aperta per il margine richiesto dal broker.

Ad esempio, se un trader vuole acquistare 100 azioni di una società a 50 euro l'una, il valore totale della posizione sarebbe di 5.000 euro. Se il margine richiesto dal broker per questa posizione è del 10%, il trader dovrà depositare 500 euro (10% di 5.000) per poter aprire la posizione.

Se invece il valore totale della posizione è di 10.000 euro e il margine richiesto è del 2%, il margine sarà di 200 euro.

Dove si trovano i margini sulle piattaforme di trading

I margini sulle piattaforme di trading sono generalmente visualizzati nella sezione "posizioni aperte" o "portafoglio", e insieme ad altre informazioni sulla posizione, come il prezzo di apertura, il prezzo corrente e il profitto o la perdita attuale.

La maggior parte delle piattaforme di trading offre strumenti di calcolo del margine per aiutare i trader a gestire il proprio capitale.

Tipologie di margine del trading

Esistono diverse tipologie di margine nel trading, tra cui: il margine iniziale e il margine di mantenimento.

Margine iniziale

Il margine iniziale, o margine richiesto, è il denaro che un trader deve depositare presso il broker per aprire una posizione sul mercato. Il margine iniziale viene calcolato come una percentuale del valore totale della posizione.

Questo margine viene utilizzato come garanzia per coprire eventuali perdite che potrebbero verificarsi durante la negoziazione.

Margine di mantenimento

Il margine di mantenimento è la quantità di denaro che un trader deve mantenere presso il broker per mantenere una posizione aperta sul mercato, sia durante il giorno sia durante la notte (overnight).

Margin call

In caso di posizione in perdita, ovvero una posizione ancora aperta ma che attualmente risulta in perdita, se il margine di mantenimento scende al di sotto di una determinata soglia (stabilita dal broker) il trader riceverà una margin call, ovvero una richiesta del broker di depositare ulteriori fondi per coprire le perdite o per chiudere la posizione aperta.

Ecco alcuni esempi di margin call:

  • Un trader apre una posizione di 10.000 euro con un margine richiesto del 10%. Il trader deposita 1.000 euro come margine iniziale. Se la posizione subisce una perdita di 2.000 euro, il margine di mantenimento scenderà al di sotto del 5% e il trader riceverà una margin call per depositare ulteriori fondi.
  • Un trader apre una posizione di 5.000 euro con un margine richiesto del 20%. Il trader deposita 1.000 euro come margine iniziale. Se la posizione subisce una perdita di 1.500 euro, il margine di mantenimento scenderà al di sotto del 10% e il trader riceverà una margin call per depositare ulteriori fondi.

Leva Finanziaria nel Trading

leva finanziaria trading

Cos’è, come funziona, quali sono le opportunità e i rischi dell’uso della leva finanziaria nel trading.

Cos'è la leva finanziaria

La leva finanziaria è uno strumento utilizzato in finanza e nel mondo del trading per aumentare l'esposizione della cifra investita attraverso l'utilizzo di un prestito ottenuto dal broker. La leva finanziaria permette quindi di operare come se si avesse a disposizione una somma di denaro superiore a quella effettivamente posseduta.

L'uso della leva finanziaria può essere un'opportunità per ottenere guadagni maggiori, ma ciò significa anche che le perdite saranno proporzionalmente maggiori. Per questo motivo la leva deve essere utilizzato con cautela e preferibilmente solo da investitori esperti che hanno la capacità di gestire i rischi associati all'uso.

Come funziona la leva finanziaria nel trading

Nel trading la leva finanziaria funziona attraverso l'utilizzo di un prestito da parte del broker. La quantità di denaro dell’investitore viene denominato “margine” o “capitale proprio”, mentre il resto del capitale necessario per l’investimento viene messo a disposizione dal broker. Questo permette di investire una somma molto più grande rispetto a quella effettivamente posseduta, amplificando notevolmente il guadagno o la perdita nel caso di piccole variazioni del valore del titolo o asset acquistato.

Quando usare la leva finanziaria

La leva finanziaria può essere sfruttata quando si vuole aumentare il potenziale guadagno di un investimento o quando si hanno pochi capitali da investire. Tuttavia, è importante valutare ed essere consapevoli dei rischi connessi all'utilizzo della leva finanziaria, che possono essere elevati.

Per valutare l'effetto leva, ovvero se utilizzare la leva finanziaria o meno, è importante considerare sia i potenziali guadagni, sia i rischi dell'investimento. Un altro fatto importante da tenere in considerazione è la propria capacità di gestire eventuali perdite e di mantenere la calma in situazioni di alta volatilità del mercato.

In generale, maggiore è la leva finanziaria utilizzata, maggiori sono i rischi associati all'investimento. È quindi importante valutare attentamente il rapporto rischio/beneficio prima di usare la leva.

Come calcolare la leva finanziaria

La leva finanziaria si calcola dividendo il valore totale dell'investimento (ovvero la somma del margine e del capitale preso in prestito) per il margine utilizzato. Ad esempio, se si utilizzano 1.000 euro di capitale proprio e si acquistano titoli per un valore di 10.000 euro, la leva finanziaria sarà di 1:10.

Una leva finanziaria alta comporta maggiori potenzialità di guadagno o perdita (rischio maggiore) e permette di operare con pochi capitali, mentre una leva finanziaria bassa comporta meno rischio e richiede capitali più elevati per poter operare.

Genericamente, la leva finanziaria è considerata positiva quando l'investimento genera un profitto superiore ai costi del prestito utilizzato per finanziarlo.

Leva finanziaria in Italia

In Italia, l'uso della leva finanziaria è regolamentato dalla Consob, che stabilisce i limiti massimi di leva finanziaria che possono essere utilizzati dai broker. In particolare, il limite massimo per le azioni è di 5:1, mentre per i CFD (Contratti per differenza) è di 30:1.

Opportunità e rischi dell'uso della leva finanziaria

Utilizzare la leva finanziaria può offrire opportunità di guadagno, ma comporta anche rischi elevati. In particolare, la leva finanziaria aumenta la volatilità dell'investimento e può portare a perdite superiori al capitale investito. È quindi importante utilizzare la leva finanziaria con cautela e con una corretta gestione del rischio.

Regolatori Finanziari Ufficiali (lista)

regolatori finanziari lista elenco

La lista dei regolatori finanziari ufficiali dei diversi Paesi nel mondo, divisi per continenti.

EUROPA

  • Albania - Albanian Financial Supervisory Authority (FSA)
  • Andorra - Andorran Financial Authority (AFA)
  • Anguilla - Anguilla Financial Services Commission
  • Antille Olandesi - Bank of the Netherlands Antilles
  • Austria - Financial Market Authority (FMA, Finanzmarktaufsichtsbehörde in German)
  • Austria - Oesterreichische Nationalbank
  • Austria - Austrian Takeover Commission (Übernahmekommission in German)
  • Baliato di Jersey - Jersey Financial Services Commission
  • Bielorussia - National Bank of the Republic of Belarus
  • Belgio - Financial Services and Markets Authority (FSMA - Autorité des services et marchés financiers / Authoriteit voor Financiële Diensten en Markten)
  • Belgio - National Bank of Belgium (NBB - Banque Nationale de Belgique / Nationale Bank van België)
  • Bermuda - Bermuda Monetary Authority
  • Bosnia ed Erzegovina - Republika Srpska Securities Commission for Republika Srpska
  • Bosnia ed Erzegovina - Securities Commission of the Federation of Bosnia and Herzegovina ("Komisija za vrijednosne papire Federacije Bosne i Hercegovine")
  • British Virgin Islands - British Virgin Islands Financial Services Commission
  • Bulgaria - Financial Supervision Commission (FSC)
  • Cayman Islands - Cayman Islands Monetary Authority
  • Croazia - Croatian Financial Services Supervisory Agency
  • Croazia - Croatian National Bank
  • Cipro - Central Bank of Cyprus
  • Cipro - Cyprus Securities and Exchange Commission (CYSEC)
  • Cipro - Cyprus Insurance Companies Control Service (ICCS)
  • Città del Vaticano - Financial Information Authority
  • Danimarca - Financial Supervisory Authority (Finanstilsynet in Danish)
  • Estonia - Financial Supervisory Authority of Estonia (Finantsinspektsioon in Estonian)
  • Estonia - Bank of Estonia (Eesti Pank in Estonian)
  • Faroe Islands - Insurance Authority of the Faroe Islands (Tryggingareftirlitið in Faroese)
  • Finlandia - Financial Supervisory Authority, (FIN-FSA Finanssivalvonta in Finnish)
  • Francia - Financial Protection Regulatory Authority (FPRA)
  • Francia - Autorité des marchés financiers (AMF)
  • Georgia - National Bank of Georgia
  • Germania - Federal Financial Supervisory Authority (BaFin - Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht)
  • Gibraltar - Gibraltar Financial Services Commission (GFSC)
  • Grecia - Hellenic Capital Market Commission
  • Guernsey - Guernsey Financial Services Commission
  • Irlanda - Central Bank of Ireland
  • Irlanda - Irish Takeover Panel
  • Islanda - Central Bank of Iceland
  • Isle of Man - Isle of Man Financial Services Authority
  • Italia - Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB)
  • Italia - Institute for the Supervision of Insurance (ISVAP)
  • Lettonia - Financial and Capital Market Commission
  • Liechtenstein - Financial Market Authority (Liechtenstein) (FMA)
  • Lituania - Bank of Lithuania
  • Lussemburgo - Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF)
  • Lussemburgo - Commissariat aux Assurances (CAA)
  • Malta - Malta Financial Services Authority (MFSA)
  • Malta - Central Bank of Malta
  • Moldavia - National Commission for Financial Markets
  • Montenegro - Insurance Supervision Agency
  • Montserrat - Montserrat Financial Services Commission
  • Norvegia - Financial Supervisory Authority of Norway (Finanstilsynet in Norwegian)
  • Paesi Bassi - Netherlands Authority for the Financial Markets (AFM - Autoriteit Financiële Markten in Dutch)
  • Paesi Bassi - De Nederlandsche Bank (DNB)
  • Polonia - Polish Financial Supervision Authority (KNF)
  • Portogallo - Portuguese Securities Market Commission (CMVM)
  • Portogallo - Portuguese Insurance Regulator (ASF)
  • Regno Unito - Bank of England (BoE)
  • Regno Unito - Prudential Regulation Authority (PRA)
  • Regno Unito - Financial Conduct Authority (FCA)
  • Regno Unito - Panel on Takeovers and Mergers (PANEL)
  • Regno Unito - Financial Policy Committee (FPC)
  • Regno Unito - Financial Reporting Council (FRC)
  • Repubblica Ceca - Czech National Bank
  • Romania - Romanian Financial Supervisory Authority
  • Russia - Central Bank of Russia (CBR)
  • San Marino - Central Bank of San Marino (BCSM)
  • Serbia - Securities Commission
  • Slovacchia - National Bank of Slovakia
  • Slovenia - Securities Market Agency (ATVP Agencija za Trg Vrednostnih Papirjev)
  • Spagna - Investment sector regulator - Spanish Securities Market Commission (Comisión Nacional del
  • Mercado de Valores, CNMV) [MiFID]
  • Spagna - Insurance sector regulator (life and general) - Dirección General de Seguros y Fondos de
  • Pensiones (DGSFP) [IMD]
  • Spagna - Banking sector regulator - Banco de España (BdE)
  • Svezia - Financial Supervisory Authority
  • Svizzera - Swiss Financial Market Supervisory Authority
  • Svizzera - Swiss National Bank
  • Svizzera - Swiss Takeover Board
  • Ucraina - National Securities and Stock Market Commission (NSSMC)
  • Ungheria - Hungarian National Bank (Hungarian: Magyar Nemzeti Bank (MNB))
  • Unione Europea - European Central Bank (ECB)
  • Unione Europea - European Banking Authority (EBA)
  • Unione Europea - European Securities and Markets Authority (ESMA)
  • Unione Europea - European Insurance and Occupational Pensions Authority (EIOPA)
  • Unione Europea - European Systemic Risk Board (ESRB)

AMERICA

  • Antigua & Barbuda - Financial Services Regulatory Commission
  • Argentina - Comisión Nacional de Valores (CNV)
  • Bahamas - Central Bank of The Bahamas
  • Bahamas - Securities Commission of the Bahamas
  • Barbados - Barbados Financial Services Commission
  • Barbados - Central Bank of Barbados
  • Barbados - Financial Intelligence Unit (Barbados)
  • Belize - International Financial Services Commission
  • Bolivia - Autoridad de Supervisión del Sistema Financiero (ASFI)
  • Brasile - Central Bank of Brazil (BACEN, Banco Central do Brasil in Portuguese)
  • Brasile - Securities and Exchange Commission of Brazil (CVM, Comissão de Valores Mobiliários in Portuguese)
  • Brasile - Superintendency of Private Insurance (SUSEP, Superintendência de Seguros Privados in Portuguese)
  • Canada - Bank of Canada
  • Canada - Canada Deposit Insurance Corporation
  • Canada - Office of the Superintendent of Financial Institutions (OSFI)
  • Canada - Financial Transactions and Reports Analysis Centre of Canada (FINTRAC)
  • Canada - Financial Consumer Agency of Canada
  • Canada - Alberta Securities Commission - Canadian Securities Administrators (CSA)
  • Canada - Autorité des marchés financiers - Québec - Canadian Securities Administrators (CSA)
  • Canada - British Columbia Securities Commission (BCSC) - Canadian Securities Administrators (CSA)
  • Canada - Ontario Securities Commission (OSC) - Canadian Securities Administrators (CSA)
  • Canada - Financial and Consumer Services Commission, New Brunswick (FCNB) -Canadian Securities Administrators (CSA)
  • Canada - Investment Industry Regulatory Organization of Canada (IIROC)
  • Canada - Mutual Fund Dealers Association (MFDA)
  • Canada - Financial Services Commission of Ontario
  • Canada - Financial Institutions Commission - Province of British Columbia
  • Cile - Superintendencia de Valores y Seguros
  • Colombia - Superintendencia Financiera de Colombia
  • Colombia - National Directorate of Taxes and Customs (DIAN)
  • Costa Rica - Superintendencia General de Valores
  • Costa Rica - Superintendencia General de Seguros (Costa Rica)
  • Dominica - Financial Service Unit of the Commonwealth of Dominica
  • Ecuador - Superintendencia de Bancos
  • El Salvador - Superintendencia del Sistema Financiero
  • El Salvador - Instituto De Garantía De Depósitos (IGD)
  • Giamaica - Financial Services Commission (Jamaica)
  • Giamaica - Bank of Jamaica
  • Grenada - Grenada International Financial Services Authority (GIFSA)
  • Guatemala - Superintendencia de Bancos (SB)
  • Honduras - National Banks and Securities Commission (Comisión Nacional de Bancos y Seguros in Spanish)
  • Messico - Comisión Nacional Bancaria y de Valores
  • Messico - Comisión Nacional para la Protección y Defensa de los Usuarios de Servicios Financieros
  • Panama - Superintendencia del Mercado de Valores
  • Perù - Superintendencia de Banca, Seguros y AFP (SBS)
  • Perù - Superintendencia del Mercado de Valores (SMV)
  • Repubblica Dominicana - Banco Central de la Republica Dominica
  • Repubblica Dominicana - Superintendencia de Bancos de la Republica Dominicana
  • Repubblica Dominicana - Superintendencia del Mercado de Valores de la Republica Dominicana
  • Saint Lucia - Financial Sector Supervision Unit
  • Saint Kitts e Nevis - Financial Services Regulatory Commission
  • Saint Kitts e Nevis - Nevis Financial Regulatory Services Commission
  • Saint Vincent e Grenadine - Financial Services Authority
  • Saint Vincent e Grenadine - Capital Market Association of the Eastern Caribbean (CMAEC)
  • Trinidad e Tobago - Central Bank of Trinidad and Tobago
  • Trinidad e Tobago - Trinidad and Tobago Securities and Exchange Commission
  • USA - Consumer Financial Protection Bureau (CFPB) - consumer compliance - Regolatori bancari
  • USA - Federal Reserve System ("Fed") - Regolatori bancari
  • USA - Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) - Regolatori bancari
  • USA - Office of the Comptroller of the Currency (OCC) - Regolatori bancari
  • USA - National Credit Union Administration (NCUA) - Regolatori bancari
  • USA - Farm Credit Administration (FCA) - Regolatori bancari
  • USA - Federal Financial Institutions Examination Council (FFIEC) - main umbrella group for US Federal banking authorities - Regolatori bancari
  • USA - Conference of State Bank Supervisors (CSBS) - main umbrella group representing US State and Territorial banking supervisors - Regolatori bancari
  • USA - Securities & Exchange Commission (SEC) - Regolatori di valori mobiliari
  • USA - Commodity Futures Trading Commission (CFTC) - Regolatori di valori mobiliari
  • USA - Securities Investor Protection Corporation (SIPC) - Regolatori di valori mobiliari
  • USA - Financial Industry Regulatory Authority (FINRA) - Regolatori di valori mobiliari
  • USA - Municipal Securities Rulemaking Board (MSRB) - Regolatori di valori mobiliari
  • USA - National Futures Association (NFA) - Regolatori di valori mobiliari
  • USA - Financial Stability Oversight Board (FSOC) - Rischio sistemico
  • USA - Federal Housing Finance Agency (FHFA) - Finanziamento immobiliare sponsorizzato dal governo
  • USA - Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) - Antiriciclaggio
  • USA - National Association of Insurance Commissioners (NAIC) - Assicurazioni
  • Uruguay - Banco Central del Uruguay
  • Venezuela - Superintendencia Nacional de Valores (SNV)

ASIA

  • Afghanistan - Da Afghanistan Bank (DAB)
  • Arabia Saudita - Saudi Arabian Monetary Agency (SAMA) 
  • Arabia Saudita - Capital Market Authority (Saudi Arabia) (CMA)
  • Armenia - Central Bank of Armenia (CBA)
  • Azerbaijan - Financial Market Supervisory Authority of Azerbaijan
  • Bahrain - Central Bank of Bahrain
  • Bangladesh - Bangladesh Bank
  • Bangladesh - Securities and Exchange Commission
  • Bhutan - Royal Monetary Authority of Bhutan (RMA)
  • Brunei - Brunei International Financial Center of the Ministry of Finance
  • Cambogia - National Bank of Cambodia (NBC)
  • Cambogia - Non-bank Financial Services Authority
  • Cina - China Securities Regulatory Commission (CSRC)
  • Cina - China Banking and Insurance Regulatory Commission (CBIRC)
  • Cina - People's Bank of China (PBOC)
  • Corea del Sud - Financial Services Commission (FSC)
  • Corea del Sud - Financial Supervisory Service (FSS)
  • Emirati Arabi Uniti - Central Bank of the UAE (CBUAE)
  • Emirati Arabi Uniti - Securities and Commodities Authority (SCA)
  • Emirati Arabi Uniti - Insurance Authority (IA)
  • Emirati Arabi Uniti - Abu Dhabi: ADGM (Abu Dhabi Global Market) - Financial Services Regulatory Authority - (FSRA)
  • Emirati Arabi Uniti - Dubai: DIFC (Dubai International Financial Center) - Dubai Financial Services Authority (DFSA)
  • Filippine - Philippine Securities and Exchange Commission (SEC)
  • Filippine - Insurance Commission (Komisyon ng Seguro)
  • Filippine - Bangko Sentral ng Pilipinas (Central Bank of the Philippines)
  • Filippine - Philippine Deposit Insurance Corporation (PDIC)
  • Filippine - Department of Finance (DOF)
  • Filippine - Philippine Stock Exchange (PSE)
  • Filippine - Bureau of Treasury
  • Giappone - Financial Services Agency (FSA)
  • Giappone - Securities and Exchange Surveillance Commission (SESC)
  • Giordania - Jordan Securities Commission
  • Hong Kong - Hong Kong Monetary Authority (HKMA)
  • Hong Kong - Hong Kong Securities and Futures Commission (SFC)
  • Hong Kong - Hong Kong Insurance Authority (IA)
  • Hong Kong - Hong Kong Mandatory Provident Fund Schemes Authority (MPFA)
  • India - Reserve Bank of India (RBI)
  • India - Banks Board Bureau (BBB)
  • India - National Payments Corporation of India (NPCI)
  • India - Deposit Insurance and Credit Guarantee Corporation (DICGC)
  • India - Banking Codes and Standards Board of India (BCSBI)
  • India - Securities and Exchange Board of India (SEBI)
  • India - Forward Markets Commission (FMC)
  • India - Insolvency and Bankruptcy Board of India (IBBI)
  • India - Insurance Regulatory and Development Authority of India (IRDAI)
  • India - Pension Fund Regulatory and Development Authority (PFRDA)
  • India - National Bank for Agriculture and Rural Development (NBARD)
  • India - Small Industries Development Bank of India (SIDB)
  • India - National Housing Bank (NHB)
  • India - Export-Import Bank of India (Ex-Im Bank)
  • Indonesia - Financial Services Authority (Indonesian: Otoritas Jasa Keuangan) (OJK)
  • Indonesia - Bank Indonesia
  • Indonesia - Indonesia Deposit Insurance Corporation (Indonesian: Lembaga Penjamin Simpanan) (LPS)
  • Iran - Securities and Exchange Organization of Iran
  • Iran - Central Bank of Iran
  • Iraq - Iraq Securities Commission (ISC)
  • Israele - Israel Securities Authority (ISA)
  • Kazakistan - Agency of the Republic of Kazakhstan on Regulation and Supervision of Financial
  • Market and Financial Organizations
  • Kazakistan - Committee for the Control and Supervision of the Financial Market and Financial Organizations of the National Bank of the Republic of Kazakhstan
  • Kazakistan - Astana Financial Services Authority
  • Kuwait - Central Bank of Kuwait (CBK)
  • Kuwait - Capital Markets Authority Kuwait (CMA)
  • Libano - Banking Control Commission of Lebanon (BCCL) and Insurance Control Commission (ICC)
  • Macedonia del Nord - Securities and Exchange Commission of the Republic of North Macedonia (MSEC)
  • Macedonia del Nord - National Bank of North Macedonia
  • Malesia - Bank Negara Malaysia (BNM)
  • Malesia - Securities Commission Malaysia (SC)
  • Malesia - Labuan Financial Services Authority (Labuan FSA)
  • Malesia - Malaysian Stock Exchange (Bursa)
  • Mongolia - Financial Regulatory Commission of Mongolia
  • Mongolia - Central Bank of Mongolia
  • Nepal - Nepal Rastra Bank (Central Bank of Nepal - Regulator and Supervisor of Banks and Financial Institutions)
  • Nepal - Beema Samiti (Regulator of Insurance Companies)
  • Nepal - Securities Board Nepal (SEBON)
  • Oman - Capital Market Authority
  • Pakistan - State Bank of Pakistan
  • Pakistan - Securities and Exchange Commission Pakistan
  • Qatar - Qatar Financial Centre Regulatory Authority (QFCRA)
  • Singapore - Monetary Authority of Singapore (MAS)
  • Sri Lanka - Central Bank of Sri Lanka
  • Sri Lanka - Securities and Exchange Commission of Sri Lanka
  • Taiwan - Financial Supervisory Commission
  • Thailandia - Bank of Thailand (BOT)
  • Thailandia - Office of the Securities and Exchange Commission, Thailand (Thai SEC)
  • Thailandia - Office of Insurance Commission (OIC)
  • Turchia - Banking Regulation and Supervision Agency of Turkey (BRSA)
  • Turchia - Capital Markets Board of Turkey (CMB)
  • Uzbekistan - Center for Coordination and Control over Functioning of Securities Market
  • Vietnam - State Securities Commission (SSC)

OCEANIA

  • Australia - Reserve Bank of Australia
  • Australia - Australian Prudential Regulation Authority (APRA)
  • Australia - Australian Securities and Investments Commission (ASIC)
  • Australia - Australian Takeovers Panel
  • Australia - Foreign Investments Review Board (FIRB)
  • Australia - Australian Transaction Reports and Analysis Centre (AUSTRAC)
  • Nuova Zelanda - Financial Markets Authority
  • Papua New Guinea - Bank of Papua New Guinea
  • Samoa - Central Bank of Samoa

AFRICA

  • Algeria - Commission d'Organisation et de Surveillance des Opérations de Bourse (COSOB)
  • Botswana - Non-Bank Financial Institutions Regulatory Authority (NBFIRA)
  • Botswana - Bank of Botswana (BOB)
  • Congo - Central Bank of Congo
  • Congo - Agence de Régulation des Transferts de Fonds (ARTF)
  • Costa d’Avorio - Banque Centrale des Etats de l'Afrique de l'Ouest
  • Egitto - Financial Regulatory Authority
  • Ghana - Securities and Exchange Commission (Ghana) (SEC)
  • Ghana - Bank of Ghana (BOG)
  • Kenya - Capital Markets Authority
  • Lesotho - Central Bank of Lesotho
  • Malawi - Reserve Bank of Malawi (RBM)
  • Mauritania - Central Bank of Mauritania (BCM)
  • Mauritius - Bank of Mauritius (BOM)
  • Mauritius - Financial Services Commission (FSC)
  • Marocco - Moroccan Capital Market Authority (AMMC)
  • Nigeria - Central Bank of Nigeria (CBN)
  • Nigeria - Securities and Exchange Commission
  • Nigeria - National Insurance Commission (NAICOM)
  • Nigeria - National Pension Commission (PENCOM)
  • Seychelles - Central Bank of Seychelles
  • Seychelles - Seychelles Financial Services Authority (SFSA)
  • Sudafrica - South African Reserve Bank
  • Sudafrica - National Credit Regulator
  • Sudafrica - Prudential Authority
  • Sudafrica - Financial Sector Conduct Authority
  • Swaziland o eSwatini - Capital Markets Development Unit (Central Bank of Swaziland)
  • Tanzania - Capital Markets and Securities Authority
  • Tunisia - Conseil du marché financier
  • Uganda - Capital Markets Authority (Uganda) (CMA)
  • Uganda - Insurance Regulatory Authority of Uganda
  • Zambia - Securities and Exchange Commission (Zambia)
  • Zimbabwe - Reserve Bank of Zimbabwe (RBZ)

Strumenti finanziari derivati

strumenti derivati

Cosa sono, come funzionano, tipologie e finalità: tutto quello che devi sapere sugli strumenti finanziari derivati.

Cosa sono e come funzionano

Uno strumento finanziario derivato è un prodotto finanziario collegato ad un altro strumento finanziario, denominato sottostante, che può essere un’obbligazione, una materia prima, un tasso d’interesse, una valuta, un’azione o un indice finanziario. Il valore dello strumento derivato dipende dal prezzo del sottostante.

Gli strumenti derivati sono asset molto importanti nel mondo finanziario moderno, perché offrono la possibilità di speculare sul futuro andamento del prezzo del sottostante senza possederlo fisicamente.

I derivati sono considerati strumenti finanziari complessi e per questo motivo sono adatti solo per investitori esperti e consapevoli dei rischi.

Tipologie di strumenti derivati

Ci sono molte tipologie di strumenti finanziari derivati, tra cui le più comuni sono: i futures, le opzioni, gli swap e i contratti per differenza (CFD). Vediamo di seguito le caratteristiche principali di ciascuna tipologia.

Futures: i futures sono contratti standardizzati che obbligano le parti a comprare o vendere un determinato sottostante in una data futura ad un prezzo stabilito in anticipo.

La caratteristica dei futures è quindi avere una data di scadenza e un prezzo di esercizio predefiniti.

I futures sono scambiati sui mercati regolamentati e offrono la possibilità di negoziare ipotizzando sul futuro andamento del prezzo del sottostante.


Opzioni: le opzioni sono contratti che danno al proprietario il diritto, ma non l'obbligo, di acquistare o vendere un determinato sottostante ad un prezzo stabilito in anticipo e in una data futura prestabilita.

Le opzioni possono essere di due tipi: call e put. Le call danno al compratore il diritto di comprare il sottostante ad un prezzo stabilito, mentre le put danno al compratore il diritto di vendere il sottostante ad un prezzo stabilito.

Le opzioni possono essere scambiate sui mercati regolamentati o over the counter.


Swap: gli swap sono contratti tra due parti che si impegnano a scambiarsi flussi di cassa sulla base di diversi tassi di interesse o valute. Gli swap possono essere usati anche per scambiare criptovalute, risultando così particolarmente utili per aiutare gli investitori a diversificare i propri portafogli di valute digitali.

I swap possono essere di diversi tipi, tra cui: interest rate swap (IRS) in cui lo scambio si basa su due diverse basi di calcolo degli interessi, currency swap che si basa sullo scambio di valute reali o digitali, e credit default swap che funziona in maniera simile ad un’assicurazione sul rischio di credito per l'acquirente.

Gli swap possono essere scambiati sui mercati over-the-counter o su alcune piattaforme di trading online specializzate in strumenti derivati.


Contratti per differenza (CFD): i CFD sono contratti tra un compratore e un venditore che pagano la differenza tra il prezzo di apertura e il prezzo di chiusura di un determinato sottostante.

I CFD sono utilizzati principalmente per scommettere sul futuro andamento del prezzo del sottostante e possono essere utilizzati per investire in diversi sottostanti, tra cui azioni, materie prime e valute.

I CFD possono essere scambiati su diverse piattaforme di trading online

Come funzionano e finalità

Gli strumenti derivati funzionano in modo simile ai contratti normali, ma sono basati su un sottostante. Il prezzo del derivato dipende dal prezzo del sottostante, il che significa che il prezzo del derivato può fluttuare in modo significativo.

Gli strumenti derivati possono essere utilizzati per diversi scopi, ad esempio: la copertura del rischio, la speculazione, la gestione del portafoglio, gestione del rischio e arbitraggio.

La copertura del rischio è il principale utilizzo degli strumenti derivati, poiché consente di proteggere il valore del portafoglio dagli effetti delle fluttuazioni di prezzo del sottostante. La tipologia più utilizzata per questo scopo sono i futures; ad esempio, un'azienda che produce petrolio può utilizzare i futures sul prezzo del petrolio per coprire il rischio di una diminuzione dei prezzi.

Anche la speculazione è molto comune, poiché consente agli investitori di guadagnare dalle fluttuazioni di prezzo del sottostante. Tuttavia, la speculazione comporta anche un elevato rischio di perdita. Tra le tipologie più utilizzate per questo scopo ci sono le opzioni e i CFD; ad esempio, un trader può acquistare un'opzione call sul prezzo di un'azione, scommettendo che il prezzo aumenterà nel futuro.

La gestione del portafoglio è un utilizzo meno comune degli strumenti derivati, ma può essere utile per creare esposizioni a strumenti finanziari che altrimenti sarebbero difficili da ottenere. La tipologia più utilizzata per questo scopo sono gli swap.

Infine l’arbitraggio permette di utilizzare gli strumenti derivati per sfruttare le differenze di prezzo tra mercati differenti. La tipologia più utilizzata per questo scopo sono i futures; ad esempio, un trader può acquistare un future su un'attività sottostante su un mercato in cui il prezzo è più basso, e venderlo su un mercato in cui il prezzo è più alto, guadagnando la differenza di prezzo.

Dove scambiare gli strumenti derivati

Gli strumenti derivati CFD possono essere scambiati in mercati over the counter (OTC), ovvero mercati in cui i contratti sono negoziati direttamente tra le parti senza la necessità dell'intermediazione da parte delle borse.

I derivati futures e opzioni invece sono scambiati in borse regolamentate, come ad esempio la Borsa Italiana di Milano, la Vienna Stock Exchange in Austria, la Deutsche Börse in Germania e il New York Stock Exchange (NYSE) negli Stati Uniti.

Dark pool

dark pool

Le dark pool: cosa sono, regolamentazione, vantaggi e rischi associati.

Cosa sono le dark pool

Le dark pool sono borse elettroniche o private che permettono agli investitori istituzionali di negoziare grandi quantità di azioni e altri titoli in maniera anonima, ovvero senza che le informazioni su queste operazioni siano visibili al pubblico.

Le dark pool sono solitamente usate dai grandi investitori, come banche e hedge fund. Il termine “dark pool” indica la mancanza di trasparenza di queste piattaforme di trading, che operano al di fuori dei mercati regolamentati, come le Borse ufficiali.

Regolamentazione delle dark pool in Europa

Le dark pool sono state oggetto di dibattito e regolamentazione in Europa negli ultimi anni, a causa dei timori riguardo alla trasparenza e alla concorrenza sul mercato. A partire dal 2014 la Commissione europea ha imposto che le dark pool siano regolamentate dalla MiFID II (Markets in Financial Instruments Directive).

Tra le disposizioni della MiFID II per regolare le dark pool ci sono:

  • la necessità di pubblicare i dati delle transazioni effettuate, per permettere alle autorità di regolamentazione di monitorare le attività di trading;
  • divieto di usare i Broker Crossing Network;
  • limiti di volume del 4% per una singola sede, e dell'8% in tutte le dark pool (colloquialmente indicati come doppi limiti di volume).

Per quanto riguarda le transazioni su larga scala (LIS), le dark pool possono essere utilizzate per fare trading senza doversi adattare alle norme della MiFID II.

Le direttive della MiFID II si estendono anche oltre l’Europa, e includono anche il nord America e i paesi dell’Asia (area Pacifico) dove le imprese forniscono o ricevono servizi dalle controparti finanziarie dell'UE.

Vantaggi delle dark pool

I grandi investitori utilizzano le dark pool per diversi motivi. Innanzitutto le dark pool offrono un maggiore livello di privacy, che evita di divulgare informazioni sulle proprie posizioni ai concorrenti e, di conseguenza, senza influenzare il prezzo di mercato prima che il loro ordine venga eseguito.

Inoltre, le dark pool possono offrire un maggiore controllo sui prezzi e sulla liquidità degli scambi, poiché i trader possono negoziare direttamente tra di loro, senza dover coinvolgere degli intermediari.

Rischi delle dark pool

Il rischio maggiore delle dark pool è la mancanza di trasparenza, che può rendere difficile per gli investitori determinare il prezzo equo per gli scambi, esponendoli di conseguenza a rischi di manipolazione del mercato.

Inoltre, le dark pool possono essere utilizzate per nascondere attività illegali, come la frode fiscale o il riciclaggio di denaro. Infine, la mancanza di regolamentazione può esporre gli investitori a rischi di liquidità, poiché possono chiudere improvvisamente o diventare insolventi.

Tipi di trading

tipi di trading

Tutto quello che devi sapere sulle varie tipologie di trading: caratteristiche, pro e contro, e come scegliere la più adatta ai propri obiettivi.

Quali sono i vari tipi di trading?

Le tipologie di trading o stili sono principalmente quattro: daytrading o intraday, swing, scalping e trading di posizione, ed ogni tipologia ha caratteristiche specifiche, vantaggi e rischi.

Vediamo qui una breve descrizione delle diverse tipologie di trading:

  • Day Trading: strategia di trading a breve termine che prevede l’acquisto e la vendita di asset nell'arco di una sola giornata di borsa con operazioni che possono durare da qualche minuto a poche ore;
  • Swing Trading: strategia di trading a medio termine che prevede l’acquisto e la vendita di un asset che può durare da alcuni giorni ad alcune settimane;
  • Scalping Trading: strategia di trading a breve termine che prevede l'apertura e la chiusura di posizioni nell'arco di pochi minuti o secondi con l’obiettivo di “rosicchiare” piccoli profitti;
  • Position trading: strategia di trading a lungo termine che prevede l'apertura e la chiusura di posizioni che possono durare mesi o anni.

Vediamo nel dettaglio cosa caratterizza le singole tipologie, con relativi pro e contro.

Day trading: caratteristiche pro e contro

Il day trading è una tecnica di trading che prevede di acquistare e vendere asset nell'arco di una sola giornata di trading. Si tratta di una strategia a breve termine adatta a chi ha grande esperienza e avanzate capacità tecniche, mentre è altamente sconsigliata per i principianti.

Questa tipologia di trading richiede una buona conoscenza degli strumenti finanziari, una grande concentrazione e un'attenzione costante ai movimenti del mercato, rischiando di risultare quindi molto stressante. Tradizionalmente, il day trading è svolto da professionisti, come trader specialisti o market maker.

Pro

  • Strategia di trading a breve termine
  • Possibilità di guadagno immediato
  • Evita il rischio overnight

Contro

  • Può essere stressante
  • Monitoraggio costante del mercato
  • Adatto a chi ha già esperienza e buone capacità di analisi tecnica
  • Profitti limitati e rischio elevato

Swing trading: caratteristiche pro e contro

Lo swing trading è una tecnica di trading che prevede di acquistare e vendere asset con operazioni che possono durare alcuni giorni o settimane. Si tratta di una strategia di trading a medio termine adatta a chi vuole maggiore libertà durante la giornata ed evitare di dover passare ore davanti al computer.

Generalmente, lo trader swing si basa sul tentativo di individuare un nuovo trend o la continuazione di uno esistente con l'obiettivo di “cavalcarlo” il più a lungo possibile.

Lo swing trading richiede una buona conoscenza degli strumenti finanziari, una grande attenzione al mercato e capacità di gestire il rischio. Lo swing trading infatti può essere influenzato da notizie economiche o politiche.

Pro

  • Meno stress e maggiore flessibilità rispetto al day trading
  • Possibilità di ottenere maggiori guadagni per operazione
  • Possibilità di fare trading anche durante la notte (overnight)

Contro

  • Necessita di bloccare capitale per maggior tempo
  • Necessita di una buona conoscenza degli asset e grande comprensione sul reale andamento del mercato

Scalping: caratteristiche pro e contro

Lo scalping è una tecnica di trading che prevede l’acquisto e la vendita di asset nell'arco di pochi minuti o secondi. Questa strategia di trading a breve termine cerca di trarre vantaggio dalla frequenza di piccole attività con volumi di transazione contenuti, sfruttando quindi le piccole fluttuazioni del mercato.

Lo scalping è adatto a chi ha grande esperienza, ottime capacità di analisi tecnica e ricerca un guadagno immediato. Si tratta di una strategia che necessita di un alto livello di concentrazione e di un’attenzione costante ai movimenti del mercato, risultando quindi molto stressante. Essendo inoltre che prevede l'esecuzione di molte operazioni è importante scegliere un broker ideale per fare scalping, ovvero con basse commissioni. Lo scalping è probabilmente la tipologia di trading più difficile. 

Pro

  • Possibilità di guadagno immediato
  • Rischi inferiori ma molto frequenti

Contro

  • Basso livello di profitto per operazione
  • Necessario effettuare un’elevata quantità di ordini per ottenere dei guadagni, con conseguente aumento delle commissioni di transazione
  • Monitoraggio costante dei movimenti del mercato

Position trading: caratteristiche pro e contro

Il position trading è una tecnica di trading che prevede di mantenere le posizioni aperte per mesi o anni, a seconda della forza del trend in atto. Questo tipo di trading è adatto a chi cerca un guadagno a lungo termine, vuole evitare lo stress del day trading e ricerca maggiore flessibilità rispetto alle altre tipologie di trading.

Il position trading richiede buone conoscenze del mercato e dei fondamentali che muovono i prezzi, una buona capacità di gestione del rischio e molta pazienza. Inoltre, il position trading può essere influenzato da eventi imprevisti come crisi economiche o politiche.

Pro

  • Possibilità di guadagni consistenti nel lungo periodo
  • Maggiore flessibilità e meno stress rispetto al day trading
  • Strategie facilmente implementabili anche con una bassa leva finanziaria

Contro

  • Sono necessarie ottime capacità di analisi fondamentale e tecnica
  • Monitoraggio costante dell’andamento del mercato
  • Necessità di tenere capitale immobilizzato per lungo tempo

Come scegliere la tipologia di trading

Per scegliere la tipologia di trading è importante valutare le proprie competenze e livello di esperienza, il proprio stile di vita e i propri obiettivi finanziari. Indipendentemente dalla tipologia, è necessario essere consapevoli del fatto che servono anni di pratica prima di riuscire a diventare profittevoli.

Il consiglio è quello di fare un esaustivo percorso di formazione, aprire un conto demo e provare tutte le tipologie per capire quale meglio si adatta alla propria personalità.

Prima di iniziare ad investire sui mercati finanziari è infatti necessario disporre di una solida strategia di trading, aspetto fondamentale per investire in modo professionale.

Il day trading e lo scalping sono ideali per chi cerca un guadagno immediato e ha molta esperienza, mentre lo swing trading e il position trading sono adatti a chi preferisce un approccio più tranquillo e meno stressante, con un guadagno a medio o lungo termine.

Altre tipologie di trading

È possibile individuare anche altre tipologie di trading più specifiche, come ad esempio:

  • Momentum Trading: strategia di trading che prevede di seguire le tendenze del mercato, andando ad acquistare un asset che ha mostrato un movimento significativo di prezzo o volume;
  • Arbitraggio: strategia di trading che prevede di comprare strumenti finanziari in un mercato per venderli in un altro mercato;
    Range trading:strategia di trading che prevede di comprare e vendere asset all’interno di un intervallo di prezzi, stabilito dall’investitore sulla base dei prezzi del mercato;
  • High Frequency Trading (HFT): strategia di trading che sfrutta un algoritmo complesso per eseguire un gran numero di ordini in frazioni di secondo;
  • Gap trading: strategia di trading che analizza vuoti di prezzo nei grafici di un determinato asset finanziario, per determinarne l’eventuale acquisto;
  • Pair trading: strategia di trading che prevede di negoziare coppie di titoli in relazione tra loro.

Fornitore di liquidità

fornitore di liquidità

Chi sono, cosa fanno e che ruolo hanno nei mercati finanziari: tutto ciò che devi sapere sui fornitori di liquidità.

Chi sono i fornitori di liquidità

I fornitori di liquidità nei mercati finanziari sono entità o istituzioni che forniscono la liquidità necessaria per eseguire le operazioni sul mercato. Fornire liquidità significa anche immettere denaro, ovvero, favorire lo sviluppo e la fattibilità degli scambi stessi.

I fornitori di liquidità possono essere banche, broker, società di investimento o altre entità finanziarie, che guadagnano tramite commissioni per il loro servizio.

Tra i maggiori fornitori di liquidità Forex ci sono grandi banche internazionali come Deutsche Bank, Morgan Stanley, Bank of America, Goldman Sachs, J.P. Morgan, Barclays Capital Bank, Citibank e altri istituti finanziari.

Cosa fa un fornitore di liquidità

I fornitori di liquidità generano liquidità sul mercato acquistando e vendendo strumenti finanziari. Ciò significa che acquistano asset ad un prezzo più basso e li vendono ad un prezzo più alto, generando un profitto (spread).

In quanto intermediari, i fornitori di liquidità possono interfacciarsi direttamente con gli investitori offrendo prezzi competitivi: ad esempio, quando un investitore desidera acquistare un asset, il fornitore di liquidità lo vende all'investitore immediatamente. Allo stesso modo, quando un investitore desidera vendere un asset, il fornitore di liquidità lo acquista dall'investitore immediatamente.

Liquidità: definizione ed esempi

Con il termine liquidità si intende la capacità di un asset finanziario di essere convertito rapidamente in denaro contante, ovvero di poter essere venduto senza dover subire una significativa perdita di valore.

Alcuni esempi di asset liquidi sono contanti, titoli di Stato, azioni di grandi aziende, conti correnti bancari, certificati di deposito, obbligazioni a breve termine e fondi comuni di investimento. In contrapposizione, esistono degli asset illiquidi che richiedono più tempo per essere venduti ed essere quindi convertiti in denaro; alcuni esempi di questa categoria sono gli immobili e le opere d’arte.

Tipologie di fornitori di liquidità

È possibile distinguere i fornitori di liquidità in due categorie: i Market Maker e gli STP/DMA.

I Market Makers sono spesso grandi banche o istituzioni finanziarie che comprano e vendono ai loro clienti a un prezzo stabilito, offrendo una maggiore liquidità al mercato. Nello specifico delle società di brokeraggio, i broker Market Makers forniscono anche l'accesso al mercato per i trader privati attraverso le piattaforme di trading online.

Gli STP/DMA (Straight Through Processing/Direct Market Access) sono invece intermediari tra il trader e il mercato. Ciò significa che non agiscono come controparte nelle operazioni, ma inoltrano l'ordine del trader direttamente al mercato interbancario. Questo permette ai trader che operano su un broker DMA di avere una maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi e spesso di ottenere spread più bassi rispetto ai Market Maker.

Come guadagna un fornitore di liquidità

I fornitori di liquidità guadagnano tramite delle commissioni per il loro servizio, che possono essere fisse o variabili in base ai volumi di scambio, oppure attraverso lo spread, ovvero la differenza tra il prezzo d'acquisto e il prezzo di vendita di un asset.

I pro e i contro della liquidità

I vantaggi della liquidità includono la flessibilità, la capacità di rispondere rapidamente alle opportunità di investimento e una maggiore sicurezza finanziaria in caso di emergenze. Tuttavia, gli asset liquidi spesso offrono un rendimento più basso rispetto agli asset illiquidi, e possono essere soggetti a fluttuazioni di prezzo più ampie.

Tuttavia, non bisogna dimenticare di citare anche i contro della liquidità, che includono il costo del dover mantenere denaro contante o strumenti finanziari altamente liquidi che potrebbero altrimenti essere utilizzati per investimenti a più alto rendimento. Inoltre, la liquidità può essere soggetta a perdite di valore a causa dell'inflazione.

Perché la liquidità e i fornitori di liquidità sono importanti

La liquidità è essenziale per il corretto funzionamento dei mercati finanziari, poiché consente agli investitori di acquistare e vendere asset in modo efficiente e con un minimo impatto sui prezzi, garantendo la flessibilità e la capacità di rispondere rapidamente alle opportunità di investimento.

Di conseguenza, i fornitori di liquidità sono altrettanto importanti per il mercato perché permettono agli investitori di gestire meglio i loro portafogli, offrendo prezzi competitivi e rendendo più facile e veloce acquistare e vendere asset.

La liquidità e i fornitori di liquidità sono quindi importanti per garantire un'infrastruttura finanziaria stabile e affidabile. Infatti, senza la liquidità e i fornitori di liquidità, il mercato finanziario sarebbe meno efficiente e meno affidabile.

Piattaforma di trading

piattaforme di trading

Cosa sono, come funzionano, tipologie e differenze: tutto ciò che devi sapere sulle piattaforme di trading.

Cosa sono le piattaforme di trading

Le piattaforme di trading sono software, messi a disposizione dai broker online, che permettono di acquistare e vendere strumenti finanziari come azioni, valute, obbligazioni e materie prime.

Si tratta di strumenti fondamentali per gli investitori, poiché permettono di operare sui mercati finanziari in maniera autonoma.

È possibile trovare varie tipologie di piattaforme di trading, che si differenziano per la gamma di strumenti di analisi tecnica inclusi, news sulle attività di mercato, strumenti di gestione del rischio e tipologie di ordini.

Come funzionano le piattaforme di trading

Sulla piattaforma di trading, gli investitori possono scegliere gli asset o mercati su cui investire ed effettuare ordini di acquisto o vendita, oppure, programmare la piattaforma in modo che acquisti o venda ad un prezzo predeterminato.

La piattaforma di trading può inoltre offrire strumenti di analisi tecnica, funzionalità di automazione e backtest e news di mercato, oltre che strumenti di gestione del rischio come stop loss, take profit, trailing stop, etc.

Quale piattaforma di trading scegliere

Per scegliere la piattaforma è necessario valutare a priori le proprie strategie e stile di investimento, per capire quali sono le esigenze e su quali mercati si vuole operare e successivamente, provarla con una demo prima di investire denaro reale.

La scelta della piattaforma di trading dipende inoltre dal proprio livello di esperienza. La scelta migliore per i principianti è una piattaforma demo, ideale per fare pratica, mentre per i trader più esperti, una piattaforma professionale avanzata con funzionalità di trading automatico e diverse tipologie di ordine è la scelta migliore.

La reputazione del broker e della piattaforma sono infine una caratteristica cruciale da tenere in considerazione per essere sicuri di fare una scelta affidabile e sicura.

Tipologie di piattaforme di trading

  • Piattaforma di trading online / web based: permettono di fare trading online direttamente dal browser del proprio computer senza dover installare nulla e sono accessibili da tutti i dispositivi dotati di accesso ad internet.
  • Piattaforme desktop: sono piattaforme che devono essere installate sul proprio computer, sono più complesse da usare e necessitano di un periodo di apprendimento ma offrono maggiore possibilità di personalizzazione e funzionalità avanzate.
  • Piattaforme mobili: sono le piattaforme da utilizzare in mobilità sui dispositivi come smartphone e tablet, sono molto più essenziali e includono un numero di funzionalità limitato. Vengono generalmente utilizzate per attività di controllo, ma sono da considerarsi come strumenti complementari alle piattaforme desktop o web based.
  • Piattaforma social trading: si tratta di piattaforme che permettono agli investitori di osservare, seguire e copiare le strategie di trading di altri trader.
  • Piattaforma di trading automatico: queste piattaforme sfruttano algoritmi per effettuare operazioni di acquisto e vendita in maniera automatica, sulla base di parametri stabiliti dall’investitore. Sono strumenti utilizzati dai trader più esperti e algo trader.
  • Piattaforma di trading demo: permettono di simulare le operazioni di trading e investimenti offrendo le stesse funzionalità e strumenti delle piattaforme di trading reali. L'unica differenza è che usano denaro virtuale. Sono la scelta consigliata per chi vuole imparare o per testare nuove strategie di investimento. Le piattaforme demo sono disponibili come piattaforme web, desktop e mobile.

Piattaforme di trading più usate

Tra le piattaforme di trading più utilizzate e affidabili ci sono:

  • MetaTrader: forex e CFD
  • Tradestation: futures, azioni, ETF, cripto
  • Ninjatrader: futures  
  • Interactive Brokers: forex, futures, azioni, ETF, opzioni
  • cTrader: forex e CFD
  • ProReal Time: forex, CFD, ETF, cripto
  • TradingView: forex, futures, ETF, cripto, azioni
  • xStation: forex, CFD, azioni
  • eToro: social e copytrading su forex, CFD, cripto, ETF

Tra le piattaforme di trading italiane più utilizzate ci sono:

  • Fineco
  • Directa SIM
  • Banca Sella trading

È importante scegliere una piattaforma regolamentata e sicura, che offra strumenti di analisi completi e commissioni competitive. Inoltre, si consiglia di scegliere un broker che offra una buona assistenza clienti e offra una vasta gamma di asset su cui investire.

Quali sono i costi delle piattaforme di trading online?

I costi delle piattaforme di trading possono variare a seconda della broker e dei servizi offerti. Tra i costi associati alle piattaforme di trading online possiamo trovare:

  • Commissioni di trading: molti broker addebitano una commissione su ogni transazione, che può variare a seconda dell'asset, del volume di trading e dell'orario di negoziazione;
  • Spese di mantenimento: alcune piattaforme di trading online prevedono spese di mantenimento mensili o annuali, che però possono essere evitate rispettando le condizioni minime di trading richieste dalla singola piattaforma;
  • Spese di prelievo: alcune piattaforme addebitano le commissioni sugli importi prelevati dall'account trading;
  • Spread: lo spread rappresenta la differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita di un asset, e rappresenta il margine che il broker guadagna sulle transazioni dei propri clienti;
  • Altro: ci possono essere altri costi associati alle piattaforme di trading online, ad esempio costi di iscrizione, costi di conversione valuta, costi di manutenzione e costi di prelievo.

Prima di cominciare è quindi importante verificare tutti i costi associati alla piattaforma scelta, per valutare se siano accettabili per il proprio stile di trading e disponibilità finanziarie.

Perché utilizzare una piattaforma di trading?

Gli obiettivi finanziari variano da persona a persona, possono quindi esserci diversi motivi che spingono ad utilizzare una piattaforma di trading online. Alcuni possono essere:

  • Diversificare i propri investimenti: con il trading è possibile diversificare il proprio portafoglio attraverso l'accesso a un'ampia gamma di asset finanziari. Ciò può aiutare a ridurre il rischio di perdite e massimizzare le opportunità di guadagno;
  • Maggiore controllo sul proprio portafoglio: il trading fatto in autonomia permette di avere il controllo sul proprio portafoglio e, di conseguenza, di prendere decisioni autonome in merito alle scelte di investimento. Molti investitori inoltre preferiscono le piattaforme di trading online perché possono gestire autonomamente e più rapidamente i propri fondi;
  • Creare reddito complementare: per alcune persone il trading online rappresenta una fonte di reddito aggiuntivo rispetto al proprio lavoro principale o alle fonti di reddito delle loro attività.

In generale, è doveroso avere obiettivi realistici e raggiungibili, soprattutto per chi approccia il trading per la prima volta, oltre ad essere pienamente consapevoli dei rischi associati agli investimenti finanziari.

Exchange Criptovalute

Exchange criptovalute

Cosa sono, quali sono e come funzionano: la lista delle piattaforme exchange per la compravendita di criptovalute.

Exchange di criptovalute: cos’è e come funziona

Un cripto exchange o exchange di criptovalute è una piattaforma elettronica di scambio utilizzata per acquistare e vendere criptovalute.

L’exchange fornisce agli utenti un portafoglio virtuale in cui depositare le proprie valute digitali e un sistema di ordini di acquisto e vendita, che avviene in base al tasso di cambio in tempo reale. Inoltre l’exchange può fornire anche altri servizi, tra cui l'utilizzo di margin trading.

Quando avviene una compravendita, l'exchange trattiene una commissione per il servizio offerto.

È possibile distinguere due tipi di exchange, a seconda della loro struttura; gli exchange centralizzati e gli exchange decentralizzati.

È inoltre possibile fare trading speculativo sulle cripto, generalmente con costi di negoziazione minori e senza doverle fisicamente possederle ma semplicemente speculando sulle fluttuazioni di prezzo, in questo caso è necessario scegliere ad un broker di criptovalute.

Cosa sono gli exchange centralizzati

Gli exchange centralizzati sono piattaforme di scambio di criptovalute gestite da un'entità centrale che detiene il controllo sui fondi degli utenti e sui dati di transazione.

Rispetto agli exchange decentralizzati, gli exchange centralizzati sono considerati più convenienti e veloci perché garantiscono un alto livello di liquidità e un'ampia selezione di valute.

Tuttavia, l'alto livello di centralizzazione rende gli exchange più vulnerabili agli attacchi hacker e alle violazioni della sicurezza, proprio a causa della presenza di un ente centralizzato con accesso a dati e fondi degli utenti.

Negli exchange centralizzati gli utenti hanno la possibilità di acquistare, vendere e scambiare criptovalute, come Bitcoin, Litecoin e Ethereum, con altre valute digitali oppure con valute tradizionali come il Dollaro o l'Euro.

Cosa sono gli exchange decentralizzati

Gli exchange decentralizzati (DEX) sono piattaforme che non richiedono un intermediario centrale per il trading di criptovalute e che funzionano sulla base di smart contract e protocolli decentralizzati.

Ciò significa che gli utenti di queste piattaforme possono scambiare le proprie criptovalute direttamente tra di loro, senza affidarsi ad un'entità centrale. Di conseguenza, gli exchange decentralizzati garantiscono una maggiore privacy e controllo degli asset, ma possono essere meno liquidi e più complessi da utilizzare rispetto agli exchange centralizzati.

Quale cripto exchange scegliere

Per scegliere l’exchange più adatto per le proprie esigenze è importante essere consapevoli del proprio livello di esperienza delle criptovalute, oltre che a valutare diversi fattori, come le commissioni, la sicurezza e la reputazione dell'exchange stesso.

Tra gli exchange centralizzati più popolari, troviamo Binance, Coinbase, Kraken e Bitfinex. Tra i dex più popolari troviamo invece Uniswap, PancakeSwap e SushiSwap.

Un altro parametro da tenere in considerazione durante la scelta è la percentuale delle commissioni. Ad esempio, ci sono exchange che offrono commissioni basse, ma che hanno un volume di scambio limitato, mentre ci sono piattaforme più grandi che offrono un volume di scambio elevato, ma che hanno commissioni più alte.

È inoltre molto importante essere consapevoli del fatto che le criptovalute sono prodotti finanziari non regolamentati e non è previsto nessun grado di protezione per l’investitore.

Gli exchange centralizzati offrono maggiore sicurezza e liquidità, ma sono soggetti al rischio di hacking. Gli exchange decentralizzati, invece, offrono maggiore privacy e controllo degli asset, ma sono meno liquidi. In ogni caso, il rischio di investimento sulle criptovalute è altissimo.

Quali sono i migliori exchange per criptovalute

Qui la lista degli exchange di criptovalute più popolari selezionati per reputazione, volume di scambi e condizioni:

  • Binance
  • Coinbase
  • Kraken
  • Bitfinex
  • Bittrex
  • Bitstamp
  • Huobi
  • KuCoin
  • OKX
  • Poloniex

Quali sono gli exchange italiani

Gli exchange di criptovalute più popolari in Italia sono:

  • Conio
  • Crypto
  • EvenFi (precedentemente Criptalia)
  • Young Platform

Valute incluse negli exchange

Le valute digitali disponibili per la distribuzione su un exchange dipendono dalle loro politiche e dal loro obiettivo commerciale. Gli exchange quindi possono scegliere di elencare solo le valute digitali più popolari e conosciute, ad esempio Bitcoin, Ethereum, Litecoin, oppure possono scegliere di elencare valute digitali più recenti o di nicchia.

Tra i fattori che possono influenzare gli exchange nella scelta delle criptovalute da includere nella loro lista possiamo trovare:

  • Popolarità: le criptovalute più diffuse sono generalmente elencate in tutti gli exchange;
  • Capitalizzazione di mercato: se una valuta digitale ha una buona capitalizzazione di mercato è più facile che venga inclusa nella lista exchange;
  • Stabilità e sicurezza: le criptovalute sicure e stabili sono preferite dagli exchange per minimizzare il rischio di perdite finanziarie;
  • Adozione e sviluppo: le valute digitali che sono supportate da una solida comunità di sviluppo e che sono usate attivamente a livello globale, generalmente, sono considerati come ben accetti;
  • Restrictions regolamentari: gli exchange devono osservare la legislazione locale e globale e possono scegliere di escludere determinate valute digitali che non si conformano alle leggi di compliance.

Lista distribuzione exchange

La lista distribuzione exchange è un elenco di exchange che utilizzano un modello di distribuzione decentralizzato. Si tratta di un modello che offre maggiore trasparenza e partecipazione agli utenti, ma può essere più complesso da gestire rispetto agli exchange centralizzati.

Tra gli exchange distribuiti più popolari, troviamo Polkadot, Cardano e Solana. Questi exchange utilizzano un modello di governance basato sulla community, dove gli utenti possono votare per le decisioni importanti e contribuire allo sviluppo dell'exchange.

La distribuzione delle valute digitali può avvenire attraverso diverse fonti, ad esempio airdrop, bounty program, referral program e molto altro ancora. Queste piattaforme offrono la possibilità di ottenere criptovalute gratuitamente o a prezzi scontati, ma è importante fare attenzione alle truffe.

Borse Europee: cosa e quali sono

borse europee

Cosa sono, quali sono e come funzionano le borse Europee, differenze e regolamentazioni.

Cosa sono le borse Europee

Le borse europee sono mercati finanziari aperti, trasparenti e altamente regolamentati, in cui avviene la compravendita di titoli finanziari, come azioni, obbligazioni, derivati e altri strumenti finanziari. Si tratta di mercati finanziari gestiti da società private e regolati dalle autorità di vigilanza finanziaria dei singoli paesi in cui si trovano, con regole e norme che possono variare di paese in paese.

Le borse europee sono organizzate in modo da garantire la trasparenza e l'apertura del mercato, promuovere la liquidità e ridurre i rischi per gli investitori.

Le borse europee sono importanti perché rappresentano una fonte di finanziamento per le aziende, offrono agli investitori la possibilità di guadagnare attraverso la compravendita di titoli e permettono di determinare il valore dei titoli finanziari e di regolare l'offerta e la domanda.

Quali sono le borse europee

Le borse più importanti in Europa sono la Borsa di Londra, la Borsa di Francoforte, la Borsa di Parigi, la Borsa di Madrid e la Borsa di Milano. Sono collegate tra di loro attraverso l’exchange pan-europeo Euronext, ma operano in modo indipendente e ognuna ha le proprie regole e i propri mercati, con differenze in termini di struttura, normative e obblighi di segnalazione.

Qui la lista completa delle borse Europee:

  • Austria – Wiener Borse (borsa di Vienna)
  • Bielorussia – Belarusian Currency and Stock Exchange
  • Cipro – Cyprus Stock Exchange
  • Croazia – Zagreb Stock Exchange (borsa di Zagabria)
  • Germania – Deutsche Börse AG
  • Grecia – Athens Stock Exchange (ATHEX) (borsa di Atene)
  • Irlanda – Irish Stock Exchange
  • Italia - borsa di Milano
  • Lussemburgo – Luxembourg Stock Exchange (borsa di Lussemburgo)
  • Malta – Malta Stock Exchange (borsa di Malta)
  • Norvegia – Oslo Bors (borsa di Oslo)
  • Paesi Bassi – Euronext
  • Polonia – Warsaw Stock Exchange (borsa di Varsavia)
  • Regno Unito – London Stock Exchange Group (LSE Group)
  • Romania – Bucharest Stock Exchange (borsa di Bucarest)
  • Russia – Moscow Exchange (borsa di Mosca)
  • Slovenia – Ljubljana Stock Exchange
  • Spagna – BME Spanish Exchanges (borsa di Madrid)
  • Svezia – Nasdaq Nordic Exchanges
  • Svizzera – SIX Swiss Exchange (borsa di Zurigo)
  • Turchia – Borsa Istanbul
  • Ucraina – Ukrainian Exchange
  • Ungheria – Budapest Stock Exchange (borsa di Budapest)

Come funzionano le borse europee

Le borse europee funzionano in modo simile ad un'asta: gli investitori fanno le loro offerte di acquisto o vendita di strumenti finanziari, e le transazioni avvengono in base al prezzo che è stato raggiunto. Il loro funzionamento si basa quindi sulla fornitura di un ambiente altamente regolamentato e controllato, nel quale le transazioni finanziarie sono registrate, eseguite e regolate.

I mercati delle borse europee iniziano la loro attività al mattino, e, durante la sessione di mercato, gli investitori possono effettuare gli acquisti e le vendite, che possono essere eseguite manualmente, via telefono o computer, in modo autonomo o da aziende.

La chiusura delle borse europee invece è il momento in cui il mercato finisce di negoziare titoli finanziari, andando così a stabilire le quotazioni. Generalmente le borse europee chiudono alle 17:30 (ora locale), ma ci sono alcune eccezioni, come ad esempio la Borsa di Londra che invece chiude alle 16:30 (ora locale).

La chiusura delle borse europee rappresenta un evento importante per gli investitori, poiché indica la fine delle transazioni per la giornata e va a determinare il prezzo di chiusura dei titoli finanziari. Il prezzo di chiusura permette di monitorare l'andamento del mercato ed è per questo motivo molto importante per gli investitori, che possono utilizzare questo parametro per valutare le proprie strategie di investimento.

Quotazione borse europee

La quotazione delle borse europee è un indicatore importante per gli investitori, poiché indica il valore delle azioni e degli altri titoli finanziari che si scambiano sul mercato, permettendo così di monitorare l’andamento del mercato stesso.

La quotazione delle borse europee, oltre ad essere determinata dalla domanda e dall'offerta dei titoli, è influenzata anche da altri fattori, tra cui l'economia globale, le politiche economiche dei singoli paesi, le politiche monetarie delle banche centrali e gli eventi geopolitici. In generale quando l'economia è in crescita le borse tendono ad aumentare, mentre quando l'economia è in recessione le borse tendono a diminuire.

La situazione delle borse europee è sempre in continua evoluzione, ed è per questo motivo che gli investitori devono monitorare con costanza la quotazione delle borse finanziarie per capire le varie fluttuazioni del mercato.

Differenze tra borse europee, americane e asiatiche

Le borse europee sono solo una parte del mercato finanziario globale, che si compone anche delle borse americane e asiatiche. In generale, le borse europee sono caratterizzate da una maggiore stabilità e da una minore volatilità rispetto alle borse americane e asiatiche. Tuttavia, i mercati asiatici e americani sono spesso visti come più dinamici e innovativi.

Altre differenze tra le borse finanziarie europee, asiatiche e americane sono:

  • Orari di apertura: per questioni di fuso orario, i primi mercati azionari ad aprire sono quelli asiatici, seguiti dalle borse europee ed infine dalle borse americane. Generalmente le borse europee sono aperte dalle 9:00 alle 17:30 (ora locale), mentre le borse americane sono aperte dalle 9:30 alle 16:00 (ora locale) e le borse asiatiche sono aperte dalle 9:00 alle 15:30 (ora locale).
  • Settore industriale: se le borse europee sono più orientate al settore finanziario e industriale, le borse americane invece tendono ad avere un'elevata concentrazione nel settore tecnologico. Le borse asiatiche, d'altra parte, sono caratterizzate da un'ampia diversificazione in settori, come la tecnologia, l'energia e la finanza.
  • Regolamentazione finanziaria: le borse europee sono regolate dallo European Securities and Markets Authority (ESMA), mentre le borse americane sono fortemente regolamentate dalla Securities and Exchange Commission (SEC). Le borse asiatiche invece sono regolate da autorità di regolamentazione a livello nazionale.
  • Volume di scambi: le borse americane sono generalmente le più grandi in termini di volume di scambi, seguite dalle borse asiatiche. Le borse europee hanno invece volume di scambi più bassi.
  • Valuta: le borse europee in euro o in sterline britanniche, le borse americane operano in dollari statunitensi e le borse asiatiche in yen giapponesi, renminbi cinesi o in dollari di Hong Kong.