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Stop loss

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Cosa sono, come funzionano e le caratteristiche degli ordini di stop loss.

Cos'è lo stop loss e a cosa serve

Lo stop loss, letteralmente “ferma perdita”, è uno strumento di gestione del rischio utilizzato nel trading finanziario con lo scopo di limitare le perdite in caso di movimenti sfavorevoli del mercato.

Nella pratica, lo stop loss è un ordine eseguito automaticamente quando il prezzo di uno strumento finanziario raggiunge un livello prefissato dall’investitore.

Come funziona un ordine di vendita stop loss

Per attivare un ordine di vendita stop loss è necessario stabilire un prezzo limite, o prezzo di stop loss, quando si apre una posizione di trading.

Il prezzo di stop loss rappresenta il massimo livello di perdita che l'investitore è disposto a sopportare. Quando il prezzo di mercato raggiunge o scende al di sotto del prezzo limite, l'ordine viene eseguito e l'asset viene venduto al miglior prezzo disponibile. In questo modo, l'investitore può limitare le sue perdite e proteggere il suo capitale.

Tipologie di ordini stop loss

Nel trading finanziario si possono distinguere diverse tipologie di ordini di stop loss, tra cui le più comuni sono:

  • Stop loss fisso: il prezzo di stop loss viene impostato ad un livello specifico in modo statico, ovvero rimane invariato fino a quando l'ordine viene eseguito o annullato manualmente dall'investitore. 
  • Trailing stop loss: il prezzo di stop loss si muove in modo dinamico, ovvero si sposta automaticamente in sincronia con il prezzo di mercato
  • Stop loss dinamico: il prezzo di stop loss può essere modificato manualmente in base all'andamento del prezzo dell’asset sul mercato. 
  • Stop loss garantito: questo tipo di ordine fornisce una protezione aggiuntiva all'investitore. In caso di movimenti di mercato estremi o di lacune di liquidità, il broker si impegna a eseguire l'ordine stop loss al prezzo specificato, anche se il prezzo di mercato è inferiore.

Vantaggi e svantaggi dell'uso di uno stop loss

Impostare correttamente uno stop loss può aiutare a proteggere il capitale investito e a limitare le perdite. Tuttavia, è importante considerare attentamente i vantaggi e gli svantaggi dell'utilizzo di uno stop loss, in modo da adattarlo alle proprie strategie di trading e al contesto di mercato specifico.

Pro

  • Limita le perdite
  • Protegge il capitale
  • Aiuta ad evitare decisioni emotive e mantenere una disciplina nel trading
  • Non è necessario monitorare costantemente il mercato perché il processo di vendita è automatizzato

Contro

  • Possibilità di slippage o stop hunt in caso di mercato volatile
  • Possibilità di perdere opportunità di profitto se si imposta uno stop loss troppo stretto

Quando utilizzare uno stop loss

Lo stop loss può essere utilizzato in diverse situazioni di trading, in particolare quando si apre una posizione speculativa, in cui l'investitore si aspetta un movimento dei prezzi in una direzione specifica.

L’ordine di stop loss può essere utilizzato sia per gestire il rischio in posizioni di investimento a lungo termine, per proteggere il capitale investito nel caso in cui il mercato si muova in modo contrario alle aspettative, sia per gestire il rischio in posizioni di trading a breve termine, dove il tempo di monitoraggio del mercato potrebbe essere limitato.

Esempio pratico di stop loss

Facciamo un esempio per capire meglio come funziona un ordine di stop loss fisso. Immaginiamo di aver acquistato azioni di una società a €100 l'una. Per proteggere il nostro investimento, potremmo impostare uno stop loss al prezzo di €95. Se il prezzo delle azioni raggiunge o scende al di sotto di €95, l'ordine stop loss viene eseguito e le azioni vengono vendute automaticamente per limitare le perdite.

Ma supponiamo invece di impostare un ordine trailing stop loss del 10%. Se il prezzo delle azioni sale a €120 per azione, il trailing stop loss automaticamente si sposterà a €108 per azione (10% al di sotto del nuovo prezzo corrente). Se il prezzo delle azioni continua a salire e raggiunge €130 per azione, il trailing stop loss si sposterà a €117 per azione (sempre il 10% al di sotto del nuovo prezzo corrente). In questo modo, se il prezzo delle azioni comincia a scendere, il nostro trailing stop loss si attiverà solo quando il prezzo scenderà a €117 per azione.

Come si imposta lo stop loss

Per impostare uno stop loss, è necessario specificare il prezzo limite desiderato quando si inserisce un ordine di vendita. Nella pratica, è necessario innanzitutto accedere alla piattaforma di trading utilizzata, impostare il prezzo di limite desiderato e confermare l’ordine.

Il prezzo di stop loss dovrebbe essere scelto in base a diversi fattori, tra cui una valutazione accurata del rischio e della volatilità del mercato, fattori come il livello di supporto o resistenza, i livelli di Fibonacci o gli indicatori tecnici, per determinare il prezzo limite più appropriato e in base alla propria strategia di trading e al livello di rischio che si è disposti a sopportare.

Come fare trading usando stop loss e take profit

Oltre allo stop loss, si può fare trading utilizzando anche il take profit. Se l’ordine di stop loss ha come obiettivo limitare le perdite, l’ordine di take profit viene utilizzato per fissare un obiettivo di profitto.

In pratica, il prezzo di take profit rappresenta il livello di profitto desiderato che l'investitore si aspetta di raggiungere. Una volta impostati entrambi i livelli, l'ordine viene eseguito automaticamente quando uno dei due viene raggiunto.

Entrambi gli ordini possono essere modificati o annullati in qualsiasi momento, a seconda delle condizioni di mercato e delle strategie di trading adottate.

Differenze tra stop loss e stop limit

La principale differenza tra stop loss e stop limit risiede nella loro esecuzione.

Lo stop loss viene utilizzato per limitare le perdite, e viene eseguito al miglior prezzo disponibile una volta che il prezzo di mercato raggiunge, o scende, al di sotto del prezzo limite.

Invece lo stop limit può essere utilizzato per prendere profitto o vendere un'azione a un prezzo specifico, e viene eseguito solo se il prezzo di mercato raggiunge o supera il prezzo limite.

Strumento sottostante

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Cosa sono gli strumenti sottostanti e quali sono le loro caratteristiche

Cosa sono gli strumenti sottostanti

Gli strumenti sottostanti sono un componente chiave dei mercati finanziari, poiché costituiscono la base di un contratto finanziario o di un investimento. Gli strumenti sottostanti rappresentano l'oggetto su cui si basa un derivato finanziario, come ad esempio un contratto di opzione o di futures.

Possono essere di diversa natura, come azioni, indici di borsa, titoli di debito, materie prime, tassi di interesse o valute, e hanno la funzione di riferimento di valore per un determinato strumento finanziario.

Caratteristiche di uno strumento sottostante

La caratteristica principale di uno strumento sottostante è che il suo valore influenza il valore di un altro strumento finanziario ad esso collegato. Ad esempio, il valore di un'opzione su azioni dipenderà dal valore delle azioni sottostanti.

Inoltre, ci sono altre caratteristiche da tenere in considerazione, tra cui:

  • liquidità, che si riferisce alla facilità con cui è possibile acquistare o vendere l'asset sottostante sul mercato;
  • volatilità, che indica la variazione dei prezzi dell'asset nel tempo;
  • prezzo, che rappresenta il valore corrente dell'asset sul mercato.

Come funziona uno strumento sottostante

Uno strumento sottostante funziona come base di un contratto derivato. Ciò significa che un investitore può acquistare o vendere uno strumento finanziario che trae il suo valore da un determinato strumento sottostante.

Ad esempio, un investitore può acquistare un'opzione su azioni, il cui valore dipenderà dal valore delle azioni sottostanti. Se il valore delle azioni aumenta, anche il valore dell'opzione aumenterà di conseguenza.

Nel caso di un contratto futures, invece, lo strumento sottostante determina l'oggetto che verrà scambiato in futuro al prezzo stabilito nel contratto.

Tipologie di strumenti sottostanti

Esistono diverse tipologie di strumenti sottostanti, che possono essere suddivisi in queste categorie principali:

  • le azioni, che rappresentano quote di proprietà di una società quotata in borsa, 
  • le obbligazioni, che sono emesse da enti governativi o aziende, 
  • le materie prime, che includono oro, petrolio, grano, 
  • gli indici di borsa, che rappresentano un paniere di azioni di diverse società, 
  • i tassi di interesse e le valute, che, come si può intuire dal nome, rappresentano i tassi di interesse e i tassi di cambio tra diverse valute.

Ogni tipo di strumento sottostante ha le proprie caratteristiche e può essere utilizzato per scopi diversi. Ad esempio, gli indici di mercato possono essere utilizzati come strumenti sottostanti per i contratti futures o per i fondi negoziati in borsa (ETF).

Vantaggi e rischi degli strumenti sottostanti

Gli strumenti sottostanti offrono vantaggi agli investitori, ma comportano anche dei rischi. È fondamentale comprendere il funzionamento degli strumenti sottostanti e valutare attentamente i rischi prima di investire.

Pro

  • Ottenere un'esposizione a un determinato asset finanziario senza dover possedere fisicamente l'asset stesso
  • Diversificare il portafoglio con una vasta gamma di asset finanziari
  • Sfruttare le opportunità di mercato e di ottenere rendimenti potenzialmente elevati
  • Speculare sulle fluttuazioni di un asset finanziario, sia al rialzo che al ribasso, attraverso l'utilizzo di strumenti derivati

Contro

  • Fluttuazioni significative del valore degli strumenti sottostanti a causa di fattori esterni imprevedibili, come eventi politici o economici
  • Possibilità di perdite impreviste a causa di eventi esterni

Differenza tra strumenti derivati e strumenti sottostanti

La differenza principale tra gli strumenti derivati e gli strumenti sottostanti è che gli strumenti derivati sono creati sulla base degli strumenti sottostanti.

Gli strumenti sottostanti rappresentano l'oggetto su cui si basa un contratto derivato, come ad esempio opzioni, futures, swap e contratti a termine. Invece gli strumenti derivati sono i contratti finanziari il cui valore deriva da un asset sottostante.

Per fare un esempio, se un investitore acquista un contratto futures sul petrolio, il petrolio è lo strumento sottostante. Ciò significa che, se il prezzo del petrolio aumenta, il valore del contratto futures aumenterà di conseguenza, offrendo l'opportunità di ottenere dei profitti.

Risk management (gestione del rischio)

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Cos’è il risk manager, in quali tipologie si divide e come si può gestire il rischio finanziario.

Cos'è il risk management?

Il risk management, o gestione del rischio, è un processo strategico che mira ad identificare, valutare e gestire i rischi che possono influenzare negativamente il raggiungimento degli obiettivi di un'organizzazione. Si tratta di una pratica fondamentale per qualsiasi azienda o ente, in quanto permette di prevenire o mitigare i potenziali danni che potrebbero derivare da eventi imprevisti o incerti.

Questo processo coinvolge l'identificazione dei rischi potenziali, la valutazione della loro probabilità di accadere e dell'impatto che potrebbero avere, nonché l'implementazione di misure atte a ridurre o mitigare tali rischi. Attraverso una corretta gestione del rischio, è possibile prendere decisioni più informate e adottare misure preventive per proteggere l'organizzazione da eventi imprevisti o dannosi.

A cosa serve il risk management?

Il risk management ha come obiettivi quello di proteggere un'organizzazione da eventi imprevisti o dannosi che potrebbero causare perdite finanziarie, reputazionali o di altra natura, e quello di migliorare la resilienza dell'azienda di fronte ai rischi.

Si tratta quindi di un processo fondamentale per garantire la stabilità e la sostenibilità di un'organizzazione. Inoltre, il risk management consente di prendere decisioni informate, basate su una valutazione accurata dei rischi e delle opportunità, consentendo all'organizzazione di raggiungere i propri obiettivi in modo più efficace ed efficiente.

Quali sono le fasi del processo di risk management?

Il processo di risk management comprende diverse fasi, ognuna fondamentale nella gestione dei rischi.

  1. Identificazione dei rischi: in questa fase vengono individuati e catalogati tutti i potenziali rischi che potrebbero influenzare l'organizzazione, come ad esempio rischi operativi, finanziari, legali, reputazionali, tecnologici, ambientali. In questa fase è necessario effettuare un'analisi approfondita delle attività e dei processi dell'organizzazione, nonché una valutazione delle minacce esterne.
  2. Valutazione dei rischi: una volta identificati i rischi, è necessario valutare le probabilità che questi possano verificarsi, oltre l'impatto che questi potrebbero avere sull'organizzazione. Questa valutazione aiuta a stabilire le priorità e a concentrare le risorse sulle aree di maggior rischio.
  3. Mitigazione dei rischi: questa fase prevede l'implementazione di misure atte a ridurre o mitigare i rischi identificati. Queste misure possono includere l'adozione di politiche e procedure specifiche, l'implementazione di controlli interni, l'acquisto di assicurazioni per coprire i rischi residui o la diversificazione degli investimenti.
  4. Monitoraggio dei rischi: una volta implementate le misure di mitigazione, è fondamentale monitorare costantemente i rischi per assicurarsi che le misure adottate siano efficaci, ed eventualmente applicare delle modifiche in base all'evoluzione dei rischi o alle nuove minacce che potrebbero emergere.

Tipologie di rischi finanziari

Tra le diverse tipologie di rischi finanziari che possono essere affrontati attraverso il risk management, le più comuni sono:

  • Rischio di credito: si verifica quando un debitore, che può essere un’organizzazione o un individuo, non è in grado di onorare i propri obblighi finanziari, causando perdite finanziarie per l'azienda. Può riguardare ad esempio i prestiti bancari, i crediti commerciali o le fatture.
  • Rischio di liquidità: si verifica riguarda la capacità di un'organizzazione di soddisfare i propri obblighi finanziari a breve termine, ad esempio pagare i debiti o far fronte alle spese correnti. Può essere causato da mancate entrate, elevati flussi di uscita di denaro o da problemi di accesso al credito.
  • Rischio di tasso di interesse: si verifica quando un'organizzazione è esposta a fluttuazioni dei tassi di interesse. Ad esempio, un aumento dei tassi di interesse potrebbe comportare un aumento dei costi di finanziamento per un'organizzazione che ha prestiti a tasso variabile.
  • Rischio di cambio: si verifica quando un'organizzazione ha esposizione a fluttuazioni dei tassi di cambio tra diverse valute. Ad esempio, un'azienda che importa beni da un paese straniero potrebbe subire perdite se il valore della valuta estera aumenta rispetto alla propria valuta nazionale.
  • Rischio di mercato: si riferisce alla possibilità che i movimenti dei mercati finanziari, come le fluttuazioni dei tassi di cambio, dei tassi di interesse o dei prezzi delle materie prime, possano influire negativamente sui risultati finanziari di un'organizzazione.
  • Rischio operativo: è il rischio derivante da eventi interni all'organizzazione, come errori umani, guasti tecnici, problemi tecnologici, eventi catastrofici, frodi.

Come gestire il rischio finanziario?

La gestione del rischio finanziario richiede l'adozione di una serie di strategie e misure preventive. In primo luogo è importante diversificare gli investimenti, perché investire in una varietà di asset può aiutare a ridurre il rischio di perdite significative legate ad un singolo investimento.

Anche l'utilizzo di strumenti come contratti futures o opzioni può consentire di ridurre l'esposizione ai rischi finanziari, ad esempio il rischio di cambio o il rischio di tasso di interesse. Si può anche scegliere di acquistare polizze assicurative per proteggere un'organizzazione da eventi imprevisti, come danni fisici, furto o responsabilità civile.

È inoltre importante rimanere aggiornati sulle tendenze e gli sviluppi dei mercati finanziari. Infatti questo monitoraggio costante dei mercati finanziari può aiutare a prendere decisioni tempestive e informate, riducendo il rischio di perdite finanziarie. Osservare l’andamento dei mercati infatti permette di adattare le proprie strategie di gestione del rischio in base alle tendenze.

Infine è consigliato anche implementare controlli e procedure interne chiare e ben documentate, come, ad esempio, stabilire dei limiti di esposizione al rischio o delle procedure di approvazione per gli investimenti, in modo da ridurre il rischio di decisioni finanziarie imprudenti.

Private equity

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Cos’è il private equity, quali sono le caratteristiche di questo tipo di investimento e come funzionano le società di private equity

Cos'è il private equity

Il private equity è una forma di investimento che prevede l'acquisto di azioni o quote di proprietà di aziende non quotate in borsa. In altre parole, si tratta di investimenti in imprese private che non sono accessibili al pubblico.

Questo tipo di investimento, noto anche come "equity privato" o "capitale di rischio", coinvolge l'acquisto di azioni o quote di proprietà delle imprese, con l'obiettivo di ottenere un ritorno sugli investimenti nel lungo periodo.

Il private equity svolge un ruolo importante nell'economia, perché fornisce capitale alle imprese che non possono accedere ai mercati finanziari pubblici. Questo tipo di investimento può contribuire alla crescita delle imprese, alla creazione di posti di lavoro e all'innovazione.

Questo tipo di investimento offre la possibilità di ottenere rendimenti più elevati nel lungo termine, ma comporta anche rischi più elevati rispetto agli investimenti tradizionali.

Le società di private equity

Una società di private equity è un’entità specializzata che gestisce un fondo di investimento che raccoglie capitale da investitori esterni, e lo utilizza per acquisire partecipazioni in aziende non quotate in borsa.

Gli investimenti possono includere l'acquisto di azioni o quote di proprietà, l'investimento in obbligazioni convertibili o l'offerta di prestiti alle imprese.

Queste entità sono gestite da professionisti esperti nel settore degli investimenti, con un team che valuta le opportunità di investimento, negozia le transazioni e lavora a stretto contatto con le imprese target per massimizzare il valore degli investimenti.

L’obiettivo di questo team di professionisti è di generare rendimenti significativi per i propri investitori, che possono essere investitori istituzionali, come fondi pensione e compagnie di assicurazione, o da investitori privati ad alto patrimonio netto.

Le società di private equity lavorano a stretto contatto con la gestione delle imprese per apportare miglioramenti operativi e strategici, al fine di aumentare il valore delle aziende. Quando questo avviene, la società cerca di monetizzare i propri investimenti attraverso la vendita delle azioni o delle quote di proprietà delle imprese a un prezzo superiore rispetto all'acquisto iniziale

Il private equity quindi si distingue dagli investimenti tradizionali in azioni quotate in borsa, in quanto offre una maggiore flessibilità e possibilità di influenzare direttamente le decisioni aziendali.

Funzionamento del private equity

Il funzionamento del private equity può variare a seconda delle strategie adottate dalle società di private equity. Generalizzando, si può suddividere il processo di investimento in private equity in diverse fasi:

  1. Ricerca, valutazione e raccolta dei capitali: la società di private equity cerca opportunità di investimento interessanti e valuta le imprese in base a criteri come la solidità finanziaria, il potenziale di crescita e la gestione. Inoltre, il fondo di private equity raccoglie capitali dagli investitori istituzionali o privati. 
  2. Acquisizione: una volta identificate le opportunità di investimento, la società di private equity acquista azioni o quote di proprietà dell’azienda target.
  3. Gestione: dopo l'acquisizione, il fondo lavora a stretto contatto con la gestione delle imprese per apportare miglioramenti operativi e strategici, con l’obiettivo di aumentare il valore dell’azienda. Queste migliorie possono includere la riorganizzazione dell'azienda, l'introduzione di nuove strategie di marketing, l'espansione in nuovi mercati o l'ottimizzazione delle operazioni interne.
  4. Uscita: infine, la società di private equity cerca di monetizzare il proprio investimento attraverso la vendita delle partecipazioni ad un prezzo superiore rispetto all'acquisto iniziale, generando così profitti per gli investitori. Le modalità di uscita possono includere la vendita a un'altra società, l'offerta pubblica iniziale (IPO) o l'acquisto da parte di un altro investitore.

Caratteristiche dei fondi di investimento private equity

I fondi di investimento private equity presentano alcune caratteristiche distintive rispetto ad altri tipi di fondi di investimento. Innanzitutto, i fondi di private equity sono generalmente a lungo termine, con un periodo di investimento che può variare da 5 a 10 anni o più.

I fondi di private equity infatti investono principalmente in aziende non quotate, che offrono maggiori opportunità di crescita e di creazione di valore. Ciò comporta un alto livello di coinvolgimento operativo nelle aziende in cui investono, al fine di aumentare il valore dell’azienda stessa.

Gli investimenti in private equity sono illiquidi, ovvero gli investitori possono non essere in grado di vendere le proprie quote o azioni quando lo desiderano.

Infine, i fondi di private equity richiedono solitamente un impegno di investimento significativo da parte degli investitori, che vengono chiamati a versare una quota iniziale e a contribuire ulteriormente nel corso del tempo.

Pro

  • Rendimenti più elevati rispetto agli investimenti tradizionali
  • Alte possibilità di guadagno nel lungo termine
  • Opportunità di diversificazione del proprio portafoglio

Contro

  • Sono prodotti illiquidi
  • Possibile perdita totale o parziale del capitale investito se il valore dell’azienda diminuisce nel tempo
  • Incertezza riguardo al successo delle imprese in cui si investe

Differenze tra private equity e venture capital

Sebbene il private equity e il venture capital siano spesso usati come sinonimi, esistono alcune differenze significative tra i due. La principale differenza riguarda la tipologia di aziende in cui investono.

Il private equity si concentra generalmente su aziende mature e consolidate, che hanno già un certo livello di stabilità e redditività. Solitamente si tratta di aziende non quotate o in procinto di essere privatizzate. Inoltre, i finanziamenti di private equity sono solitamente di importo maggiore rispetto a quelli di venture capital.

Il venture capital invece si rivolge a imprese o aziende emergenti e innovative, come ad esempio le start-up. Si tratta quindi di aziende in fase di avvio o che hanno un alto potenziale di crescita, e spesso appartengono a settori ad alta tecnologia e innovazione. Rispetto alle aziende del private equity, quelle del venture capital possono essere più rischiose.

Come investire nel private equity?

Gli investimenti in private equity sono generalmente riservati agli investitori istituzionali o agli investitori privati ad alto patrimonio netto. Tuttavia, negli ultimi anni sono stati creati strumenti di investimento come i fondi di private equity quotati in borsa, che consentono agli investitori retail di partecipare al settore.

Prima di investire in private equity, è però fondamentale comprendere i rischi associati a questo tipo di investimento e valutare attentamente le opportunità offerte.

Esempio di private equity

Per comprendere meglio come funziona il private equity, facciamo un esempio.

Immaginiamo che una società di private equity decida di investire in un'azienda manifatturiera italiana che sta cercando di espandersi in nuovi mercati. La società di private equity acquista una partecipazione del 60% nell'azienda, investendo 10 milioni di Euro.

Successivamente, lavora attivamente con la dirigenza dell'azienda per migliorare l'efficienza operativa, espandere la presenza internazionale e sviluppare nuovi prodotti. Dopo alcuni anni, l'azienda registra una crescita significativa e la società di private equity decide di vendere la sua partecipazione ad un prezzo di 20 milioni di Euro.

In questo caso, la società di private equity ha ottenuto un ritorno del 100% sul proprio investimento, generando un profitto di 10 milioni di Euro.

Open interest

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Cosa sono gli open interest, come funzionano e come interpretarli per prendere decisioni di trading informate.

Cos'è l'open interest

Nel trading si parla di open interest per indicare il numero di contratti che sono stati negoziati ma non ancora liquidati o chiusi. L'open interest, tradotto in italiano come "interesse aperto", descrive il numero totale di contratti che sono stati acquistati o venduti ma che non sono ancora stati chiusi.

Si tratta quindi di contratti aperti o posizioni in essere, su un determinato strumento finanziario. L'open interest viene spesso utilizzato come indicatore della liquidità del mercato e per capire le tendenze di trading; si tratta di un concetto particolarmente importante nel mercato dei futures e delle opzioni, dove gli investitori possono aprire e chiudere posizioni in base alle loro previsioni sul movimento dei prezzi.

A cosa serve e come interpretare l’open interest

L'open interest fornisce informazioni importanti ai trader e agli investitori che vogliono prendere decisioni di trading informate. Questo indicatore infatti riflette la quantità di denaro che è stata investita in un particolare strumento finanziario, e può essere utilizzato per valutare l'entusiasmo o la fiducia degli investitori nei confronti di un determinato mercato.

Innanzitutto può essere utilizzato per valutare la forza di un trend di mercato. Un aumento dell'open interest può indicare un interesse crescente da parte degli investitori e può essere interpretato come un segnale rialzista. Questo segnale potrebbe significare che ci sono nuovi partecipanti che si stanno posizionando sul mercato in una data direzione. Al contrario, una diminuzione dell'open interest potrebbe suggerire una mancanza di fiducia nel mercato.

In secondo luogo, l'open interest può essere utilizzato per valutare la liquidità di un mercato. Un alto livello di open interest indica che il mercato è molto attivo e che ci sono molti trader interessati a negoziare quel particolare strumento finanziario. Di conseguenza, ci saranno molte opportunità di negoziazione e le transazioni potranno essere eseguite rapidamente.

Al contrario, un basso livello di open interest può rendere più difficile l'esecuzione delle transazioni e può comportare costi di negoziazione più elevati poiché sono presenti meno partecipanti, portando il mercato ad essere meno liquido.

L’open interest può fornire informazioni preziose per prendere decisioni di trading, tuttavia è importante ricordare che anche questo parametro va interpretato con cautela e in combinazione con altre analisi.

Esempio di open interest

L'open interest viene calcolato valutando insieme tutti i contratti aperti su un determinato strumento finanziario. Ciò significa che, se ad esempio un contratto di opzione su una determinata azione ha un open interest di 100, in quel momento ci sono 100 contratti di opzioni ancora aperti su quell’azione.

Se un nuovo investitore decide di acquistare 10 contratti di opzioni, l'open interest aumenterà a 110. Al contrario, se un investitore decide di chiudere 5 contratti di opzioni, l'open interest diminuirà a 95 contratti aperti. L'open interest quindi può variare in base alle transazioni dei partecipanti al mercato, ed è per questo motivo che è necessario monitorare questo parametro prima di prendere decisioni di trading.

Come fare trading con l'open interest

Il trading con l'open interest può essere un'utile strategia per gli investitori che desiderano prendere decisioni informate sul mercato.

Ad esempio, se l'open interest sta aumentando mentre il prezzo di un determinato strumento finanziario sta salendo, potrebbe indicare che c'è un interesse crescente da parte dei trader e che la tendenza potrebbe continuare. D'altro canto, se l'open interest sta diminuendo mentre il prezzo sta salendo, potrebbe indicare una possibile inversione di tendenza imminente, e si potrebbe considerare la chiusura delle proprie posizioni long.

È importante utilizzare dati aggiornati e affidabili per un'analisi accurata dell'open interest. Tuttavia, è importante considerare anche altri indicatori e fattori di mercato prima di prendere decisioni di trading basate esclusivamente sull'open interest.

Chi fornisce i dati di open interest

I dati di open interest sono forniti dalle borse, dai mercati finanziari e dai broker in cui vengono negoziati gli strumenti finanziari. Queste informazioni sono solitamente disponibili pubblicamente sulle piattaforme di trading online, siti web finanziari o servizi di dati di mercato, e possono essere consultate dagli investitori per valutare l'andamento e la liquidità di un determinato mercato.

Offerta pubblica iniziale (IPO)

ipo significato

Cos’è l’IPO (offerta pubblica iniziale), quali vantaggi e rischi comporta e in quali tipologie si può suddividere.

Cosa si intende per offerta pubblica iniziale nella finanza

Nel contesto finanziario, l'offerta pubblica iniziale, comunemente nota come IPO (Initial Public Offering), è un processo attraverso il quale un'azienda decide di quotarsi per la prima volta in una borsa valori.

Questo processo da una parte offre al pubblico la possibilità di diventare azionisti acquistando delle azioni della società stessa, e, di conseguenza, di partecipare ai profitti ma anche alle perdite. D’altra parte, permette all’azienda di ottenere finanziamenti per espandersi o per sostenere i propri progetti di crescita.

In altre parole, l'IPO rappresenta il passaggio da una società privata a una società quotata in Borsa. Si tratta quindi di un momento di grande importanza per l'azienda coinvolta, poiché questo passaggio può portare ad un aumento del capitale di una società e a un aumento della sua visibilità e reputazione sul mercato finanziario.

Inoltre, l'IPO è un evento significativo nell'economia di un paese, in quanto offre l'opportunità di investire in nuove imprese. Infine, l'IPO può anche fornire una valutazione di mercato per la società e creare un'opportunità di liquidità per gli azionisti esistenti.

Come funziona un'offerta pubblica iniziale

L'IPO è un processo complesso che coinvolge diverse fasi e soggetti; in generale l'operazione di IPO può essere suddivisa in 3 grandi fasi:

  1. Preparazione: l'azienda interessata all'IPO si avvale dei servizi di una banca d'affari, o di un consulente finanziario, per guidarla attraverso l'intero processo. Queste istituzioni finanziarie svolgono il ruolo di underwriter e/o collocatori delle azioni, ossia si occupano di determinare il prezzo delle azioni, di distribuirle sul mercato e definire la strategia di marketing per attirare gli investitori. 
  2. Pricing: successivamente, l'azienda presenta una richiesta di quotazione alla Borsa valori competente, fornendo un prospetto informativo, che contiene tutte le informazioni finanziarie necessarie per gli investitori, come i bilanci, i piani di sviluppo e le prospettive future. 
  3. Quotazione: una volta ottenuta l'approvazione dalla Borsa, l'azienda procede con l'offerta delle azioni al pubblico, che avviene tramite una sottoscrizione o un'offerta di vendita.

Benefici e costi dell'offerta pubblica iniziale (IPO)

L'IPO offre numerosi benefici sia per l'azienda, sia per gli investitori.

Per l'azienda, l'IPO rappresenta una fonte di finanziamento importante per sostenere la crescita e ampliare le proprie attività. Inoltre, l'azienda può aumentare la propria visibilità e la propria reputazione sul mercato, migliorando così le prospettive di business, tra cui la possibilità di attirare nuovi clienti, partner commerciali e talenti.

Per gli investitori, l'IPO offre l'opportunità di partecipare alla crescita di un'azienda e beneficiare dei potenziali guadagni derivanti dall'aumento del valore delle azioni. Inoltre, l'IPO può offrire una maggiore liquidità, poiché le azioni possono essere facilmente scambiate sulla borsa valori.

Tuttavia, l'IPO comporta anche dei costi significativi per l'azienda, tra cui spese legali, di consulenza e di marketing. Una volta quotata in Borsa, l'azienda deve rispettare una serie di norme e regolamentazioni, che comportano ulteriori costi operativi e amministrativi.

Tra i contro, c’è da tenere in considerazione anche il fatto che l'azienda deve fornire informazioni finanziarie dettagliate e trasparenti, rendendosi così più esposta alla pressione degli investitori e agli obblighi di comunicazione finanziaria. Inoltre, l'azienda potrebbe perdere una certa flessibilità decisionale e dovrà fare i conti con le aspettative degli investitori.

Rischi di una IPO

Come ogni operazione finanziaria, anche l'IPO comporta dei rischi. Tra i principali, vi è la possibilità che il prezzo delle azioni non corrisponda alle aspettative degli investitori, portando a una sottoscrizione inferiore alle previsioni. Inoltre, l'azienda può essere soggetta a una maggiore volatilità dei prezzi delle azioni, causata dalla speculazione dei mercati finanziari.

Un altro rischio è rappresentato dalla perdita di controllo da parte dei fondatori e degli azionisti di maggioranza, poiché l'IPO comporta la cessione di una parte del capitale sociale dell'azienda.

Come fare trading su una IPO

Per gli investitori interessati a fare trading su una IPO, è importante tenere conto di alcuni fattori chiave. Prima di prendere una decisione di investimento, è infatti importante valutare attentamente le informazioni finanziarie e operative fornite dalla società e considerare i rischi e i potenziali rendimenti.

Prima di tutto, è consigliabile effettuare una ricerca approfondita sull'azienda, valutando i suoi fondamentali finanziari, la sua posizione sul mercato e le prospettive future.

Inoltre, è importante seguire da vicino l'andamento del mercato e le valutazioni degli analisti, per avere una visione più completa dell'azienda e del suo potenziale. Infine, bisogna considerare che le IPO possono essere soggette a una forte volatilità iniziale, quindi è importante avere una strategia di gestione del rischio ben definita.

Per fare trading su una IPO, gli investitori devono aprire un conto presso un broker che offre la possibilità di partecipare alle IPO. Il broker fornirà informazioni sulle società che stanno effettuando un'IPO e consentirà agli investitori di acquistare azioni durante il periodo di offerta pubblica.

Tipologie di IPO

Sul mercato finanziario si possono distinguere tre principali tipologie di offerte pubbliche, sulla base del tipo di operazione che viene effettuata:

  • L'OPS (offerta pubblica di sottoscrizione) avviene quando un'azienda emette nuove azioni e le offre al pubblico per la sottoscrizione. In questo caso, l'azienda sta cercando di raccogliere capitali freschi per finanziare la sua crescita.
  • L'OPV (offerta pubblica di vendita) avviene quando gli azionisti esistenti di un'azienda decidono di vendere le loro azioni al pubblico. In questo caso, l'azienda non raccoglie capitali freschi, ma gli azionisti possono monetizzare le loro partecipazioni.
  • L'OPVS (offerta pubblica di sottoscrizione e vendita) è una combinazione delle due precedenti. In questo caso, l'azienda emette nuove azioni e gli azionisti esistenti vendono le loro azioni.

Quanto dura una IPO

La durata di un'IPO dipende da diversi fattori, tra cui la complessità dell'operazione, la dimensione della società e le condizioni di mercato. In genere, il processo di IPO può richiedere diversi mesi, durante i quali la società deve preparare documenti finanziari, sottoporsi a una valutazione indipendente, stabilire il prezzo delle azioni e promuovere l'offerta agli investitori. Una volta ottenuta l'approvazione dalla Borsa, l'offerta pubblica può durare da pochi giorni a diverse settimane, a seconda dell'interesse degli investitori e delle condizioni di mercato.

Liquidità

liquidita significato

Cos’è la liquidità, quali sono i fattori che la influenzano, e come si misura.

Cos'è la liquidità economica

In economia la liquidità indica la disponibilità di asset finanziari che possono essere facilmente convertiti in denaro senza subire significative perdite di valore. La liquidità economica è fondamentale per garantire un corretto funzionamento dell’economia.

Le risorse finanziarie liquide sono necessarie per soddisfare gli obblighi finanziari a breve termine di un’azienda o di un individuo. Infatti, senza una adeguata disponibilità di liquidità, le imprese possono avere difficoltà a pagare i propri fornitori, i dipendenti o i creditori, il che può portare a problemi finanziari e persino alla bancarotta. Allo stesso modo, anche gli individui hanno bisogno di liquidità per far fronte alle spese quotidiane, come bollette, affitto o i costi legati agli alimenti, e alle emergenze finanziarie.

Per questi motivi, è importante prestare attenzione ai rischi associati alla liquidità e mantenere un equilibrio tra disponibilità di risorse liquide e opportunità di investimento.

Fattori che influenzano la liquidità

In generale, si può affermare che una gestione finanziaria accurata può contribuire a mantenere un adeguato livello di liquidità. Tuttavia, la liquidità può essere influenzata da diversi fattori, tra cui:

  • la gestione del flusso di cassa, ovvero l'equilibrio tra entrate e uscite di denaro nel corso del tempo. Generalmente, un flusso di cassa positivo, ovvero le entrate sono superiori alle uscite può aumentare la liquidità, mentre un flusso di cassa negativo può ridurla, causando così una carenza di liquidità;
  • la gestione del credito di un’azienda, poiché se un'azienda concede crediti ai propri clienti, può ritardare l'entrata di liquidità. D'altra parte, se l'azienda riesce a riscuotere i crediti in modo tempestivo, avrà una maggiore disponibilità di liquidità;
  • la gestione degli stock, che, se efficiente, può aumentare la liquidità di un’azienda. Infatti se un'azienda ha un elevato livello di stock, potrà avere un utilizzo maggiore di liquidità. Invece una gestione efficiente degli stock può ridurre la necessità di immobilizzare liquidità in beni fisici;
  • la gestione dei debiti, ovvero la disposizione di risorse sufficienti per risolvere i debiti a breve termine;
    la situazione economica generale; ad esempio un'economia in recessione potrebbe ridurre la liquidità disponibile a causa della diminuzione delle vendite e dell'aumento dei costi.

Come si misura la liquidità: gli indicatori di liquidità

La liquidità può essere misurata attraverso diversi indicatori finanziari. Uno dei più comuni è il rapporto di liquidità corrente o liquidità generale, che confronta gli attivi correnti (come contanti, crediti e titoli negoziabili) con i passivi correnti (come debiti a breve termine). Un rapporto superiore a 1 indica che l'azienda ha abbastanza risorse liquide per far fronte ai suoi obblighi finanziari a breve termine.

C’è poi il rapporto di liquidità immediata, che considera solo gli attivi immediatamente liquidi, come il contante e i titoli di credito. Questo indicatore fornisce una misura più restrittiva della liquidità, poiché esclude gli attivi meno liquidi come i crediti.

Un altro indicatore comune è il rapporto acid test, o quick ratio, che esclude gli stock dal calcolo degli attivi correnti. Questo indicatore fornisce una misura più restrittiva della liquidità, poiché gli stock possono richiedere più tempo per essere convertiti in denaro contante.

Infine, un altro indicatore comune è il periodo medio di riscossione dei crediti. Questo indica il tempo medio necessario per riscuotere i crediti dai clienti, e fornisce un'indicazione della velocità con cui l'azienda trasforma i crediti in liquidità.

Cos'è il rischio di liquidità

Il rischio di liquidità si riferisce alla possibilità che un'azienda o un individuo non sia in grado di soddisfare i propri obblighi finanziari a breve termine a causa di una mancanza di risorse liquide. Questo rischio può accadere quando le entrate diminuiscono o le spese aumentano in modo significativo, mettendo a rischio la stabilità finanziaria.

La gestione del rischio di liquidità è di fondamentale importanza per le imprese, che devono adottare politiche finanziarie adeguate per garantire un adeguato livello di liquidità. Ciò può includere la diversificazione delle fonti di finanziamento, la riduzione delle spese non essenziali e l'adozione di politiche di credito o pagamento più prudenti.

Differenza tra liquidità e solvibilità

È importante distinguere tra liquidità e solvibilità, poiché questi due concetti sono strettamente correlati ma non sono la stessa cosa.

La liquidità riguarda la disponibilità di risorse finanziarie liquide, mentre la solvibilità riguarda la capacità di un soggetto di far fronte a tutti i propri obblighi finanziari, sia a breve che a lungo termine.

La solvibilità tiene conto non solo della liquidità, ma anche degli asset e del patrimonio netto di un'azienda o di un individuo. La liquidità è quindi una componente della solvibilità, ma non ne rappresenta l'intera dimensione.

Una persona o un'azienda può essere liquida, cioè avere risorse finanziarie immediate, ma non solvibile, se le sue passività superano le sue attività nel lungo termine. Al contrario, una persona o un'azienda può essere solvibile, ma non liquida se non dispone di risorse finanziarie immediate per far fronte ai propri obblighi nel breve termine.

Caratteristiche della liquidità immediata

La liquidità immediata è la forma più alta di liquidità, in quanto rappresenta la disponibilità immediata di denaro contante o di strumenti finanziari altamente liquidi. Questi includono contanti, depositi bancari a breve termine e strumenti del mercato monetario.

La liquidità immediata è fondamentale per far fronte a situazioni di emergenza o a imprevisti finanziari. Infatti consente di affrontare spese improvvise senza dover ricorrere a prestiti o vendere attività a prezzi scontati.

Quando si verifica la mancanza di liquidità

La mancanza di liquidità può verificarsi in diverse situazioni, ad esempio quando un'azienda o un individuo non ha abbastanza risorse finanziarie immediate per far fronte ai propri obblighi.

Ciò può accadere a causa di una diminuzione delle entrate, di un aumento delle spese o di una combinazione di entrambi. Quando si verifica la mancanza di liquidità, un'azienda può trovarsi in difficoltà finanziarie, incapace di pagare stipendi, fornitori o altre spese correnti. In alcuni casi estremi, la mancanza di liquidità può portare al fallimento dell'azienda.

Inoltre, la mancanza di liquidità può verificarsi anche a livello macroeconomico. Durante una crisi finanziaria, ad esempio, molte imprese possono trovarsi in difficoltà a causa di una mancanza di liquidità sul mercato, che può portare a una contrazione economica più ampia.

Differenze tra mercati liquidi e mercati illiquidi

La liquidità permette di dividere i mercati economici in due categorie: i mercati liquidi e quelli illiquidi.

I mercati liquidi sono caratterizzati da una grande disponibilità di risorse finanziarie liquide e da una facilità di scambio di tali risorse. In questi mercati, gli asset possono essere facilmente comprati o venduti senza influire significativamente sul loro valore di mercato.

Al contrario, i mercati illiquidi sono caratterizzati da una scarsa disponibilità di risorse finanziarie liquide e da una difficoltà di scambio. In questi mercati, gli asset possono essere più difficili da vendere o acquistare senza influire negativamente sul loro valore di mercato.

Vantaggi e rischi della liquidità

La liquidità presenta diversi vantaggi e rischi. Tra i vantaggi possiamo distinguere quelli relativi alle imprese e quelli relativi agli individui. Per le imprese, la liquidità consente di far fronte alle spese correnti, di sfruttare opportunità di investimento e di affrontare situazioni di emergenza finanziaria, evitando così il rischio di insolvenza.

Per gli individui, la liquidità offre la possibilità di far fronte alle spese quotidiane e di affrontare imprevisti finanziari. Inoltre, una buona liquidità può consentire di cogliere opportunità di investimento o di espansione.

Tuttavia, la liquidità comporta anche dei rischi. Ad esempio, la liquidità eccessiva, ovvero tenere troppa liquidità, può comportare una rendimenti inferiori rispetto ad altri strumenti d'investimento più redditizi. Inoltre, una carenza di liquidità può portare a problemi finanziari, causare problemi di solvibilità e, talvolta, persino alla chiusura di un'azienda.

Esempio di liquidità

Per comprendere meglio il concetto di liquidità, consideriamo un esempio semplice.

Immaginiamo di avere un'azienda che ha un flusso di cassa positivo e una gestione efficiente del credito e degli stock, nello specifico ha 10.000 euro in contanti e 20.000 euro in stock. Immaginiamo di avere un'azienda che Inoltre, l'azienda ha un debito di 5.000 euro che deve essere pagato entro un mese.

In questo caso, il rapporto di liquidità corrente sarebbe di 30.000 euro (10.000 euro in contanti + 20.000 euro in stock) diviso per 5.000 euro di debiti, che è uguale a 6. Questo indica che l'azienda ha una buona liquidità per far fronte ai propri obblighi finanziari a breve termine.

Tuttavia, se l'azienda subisce una riduzione delle entrate o una cattiva gestione del flusso di cassa, la sua liquidità potrebbe diminuire. In questa situazione, l'azienda potrebbe trovarsi a dover affrontare difficoltà nel pagare i fornitori o i dipendenti, mettendo a rischio la sua solvibilità. In questo caso, l'azienda dovrebbe trovare altre fonti di finanziamento, come un prestito bancario, per pagare i propri debiti.

Hedging

Hedging

Cos’è l’hedging e come funziona, in quali tipologie si suddivide e i vantaggi e i rischi di questa strategia di mercato.

Cos’è l’hedging nel trading

L'hedging nel trading è una strategia utilizzata per gestire il rischio associato alle fluttuazioni dei prezzi degli asset finanziari. Questa strategia può essere attuata mediante l'acquisto o la vendita di strumenti finanziari correlati, come futures, opzioni o contratti a termine.

Questa diversificazione di asset implica l'apertura di posizioni che si compensano reciprocamente, al fine di ridurre l'esposizione al rischio di perdita. Infatti l'obiettivo dell'hedging è quello di proteggere gli investitori da possibili variazioni avverse del prezzo di un'attività sottostante.

Come funziona l’hedging

L'hedging prevede la creazione di posizioni opposte o complementari per compensare il rischio di una posizione esistente. Ci sono diverse modalità di hedging che possono essere utilizzate, a seconda dei mercati finanziari e degli strumenti disponibili.

L'hedging può ridurre il rischio di perdita, ma va tenuto presente che può anche limitare il potenziale di guadagno. È importante considerare attentamente la strategia di hedging più appropriata in relazione a obiettivi, orizzonte temporale e strumenti finanziari disponibili.

I tre dei metodi di hedging più comuni sono:

  • Hedging con futures: l'investitore acquista o vende contratti futures per compensare il rischio di una posizione di mercato. Ad esempio, se un investitore possiede azioni di una società e vuole proteggersi da possibili perdite, può vendere contratti futures sull'indice azionario correlato. In questo modo, se il prezzo delle azioni diminuisce, le perdite saranno compensate dai guadagni sul contratto futures.
  • Hedging con opzioni: le opzioni offrono ai trader il diritto, ma non l'obbligo, di acquistare o vendere un'attività sottostante a un prezzo predeterminato entro una data specifica. Un investitore può acquistare opzioni put per proteggersi da possibili diminuzioni dei prezzi, o opzioni call per proteggersi da possibili aumenti dei prezzi.
  • Hedging con posizioni bilanciate: in alcuni casi, è possibile compensare il rischio attraverso posizioni bilanciate. Ad esempio, un investitore può possedere azioni di una società e contemporaneamente vendere opzioni call coperte sulla stessa azione. In questo modo, se il prezzo delle azioni aumenta al di sopra del prezzo di esercizio delle opzioni, l'investitore può essere obbligato a vendere le azioni a un prezzo fissato, ma compenserà questa perdita con il premio delle opzioni vendute.

Tipologie di hedging

Per proteggere dalle fluttuazioni dei prezzi degli asset finanziari, è possibile scegliere tra diverse tipologie di hedging, tra cui le più comuni sono:

  • Hedging di portafoglio: questa tecnica viene utilizzata per proteggere un intero portafoglio di investimenti dai rischi di mercato. Gli investitori possono utilizzare una combinazione di strumenti finanziari, come futures, opzioni o contratti a termine, per coprire il rischio di perdite in tutto il portafoglio.
  • Hedging di base: questa strategia è utilizzata per proteggersi dalle fluttuazioni dei prezzi tra i beni primari correlati. Ad esempio, un produttore di petrolio potrebbe utilizzare futures sul greggio per coprire il rischio di variazioni dei prezzi del petrolio.
  • Hedging direzionale: questa strategia implica l'utilizzo di strumenti finanziari correlati per coprire il rischio di variazioni direzionali dei prezzi. Ad esempio, un investitore che possiede azioni di una società può vendere contratti futures sull'indice azionario correlato, in modo da proteggersi da possibili diminuzioni del mercato globale.
  • Hedging con opzioni: le opzioni consentono agli investitori di acquistare o vendere un'attività sottostante a un prezzo predeterminato. Un investitore può utilizzare opzioni call o put per coprire il rischio di perdite inaspettate. Ad esempio, un'opzione put può essere acquistata per proteggere il proprio portafoglio contro una diminuzione dei prezzi.
  • Hedging di cambio: questa strategia viene utilizzata per coprire il rischio derivante dalle variazioni nei tassi di cambio tra valute diverse. Gli investitori possono utilizzare contratti future sul cambio o opzioni sulle valute per proteggersi da fluttuazioni sfavorevoli dei tassi di cambio.

Vantaggi e rischi dell’hedging

Il vantaggio principale dell'hedging è la capacità di gestire e ridurre il rischio di perdita. Un'adeguata strategia di hedging può infatti proteggere un investitore dalle fluttuazioni avverse dei prezzi degli asset finanziari, consentendo di limitare le perdite potenziali.

Inoltre, l'hedging può aiutare a proteggere il capitale investito sfruttando la flessibilità del portafoglio, costruito per adattarsi alle condizioni mutevoli del mercato. È infatti possibile mitigare il rischio di perdite inaspettate su determinate posizioni di mercato attraverso l'utilizzo di strumenti finanziari, come futures, opzioni o contratti a termine, e utilizzando gli strumenti di hedging, che consentono agli investitori di adattarsi alle nuove tendenze di mercato.

L'hedging può offrire diversi vantaggi per i trader e gli investitori, ma presenta anche alcuni rischi da considerare.

Innanzitutto, l'hedging è un'attività complessa che richiede una buona comprensione sia degli strumenti sia delle strategie coinvolte. La mancanza di conoscenza o esperienza può infatti portare a errori di valutazione, oppure a protezioni inadeguate, aumentando così il rischio di perdite.

Tuttavia, sebbene l'hedging miri a ridurre il rischio di perdite, questa strategia di trading può anche limitare i potenziali guadagni. Non bisogna inoltre dimenticare che l'utilizzo di strumenti di hedging può comportare costi aggiuntivi, come premi per opzioni, commissioni o spread di trading.

Per questo motivo è importante effettuare una valutazione accurata dei costi prima di impegnarsi in attività di hedging, per evitare che questi costi possano ridurre ulteriormente i profitti o aumentare le perdite.

Infine l'hedging potrebbe non funzionare immediatamente, oppure potrebbe risultare inefficace nel mitigare il rischio in determinate situazioni di mercato. Ad esempio, si potrebbe verificare un ritardo tra l'implementazione dell'hedging e la sua efficacia nel proteggere dalle fluttuazioni dei prezzi.

Come per qualsiasi strategia di trading o di investimento, è quindi importante valutare attentamente i vantaggi e i rischi dell'hedging alla luce delle proprie esigenze, obiettivi e capacità di gestire il rischio. 

Esempio di hedging

Un semplice esempio di hedging potrebbe essere quello di un produttore di grano che desidera proteggersi dalle fluttuazioni dei prezzi del grano sul mercato. Supponiamo che il produttore preveda di avere una quantità di grano da vendere tra sei mesi, ma è preoccupato che i prezzi possano diminuire durante questo periodo.

Per sfruttare l’hedging ed evitare l’esposizione al rischio di diminuzione dei prezzi del grano, il produttore potrebbe vendere contratti futures sul grano, che stabiliscono un prezzo fisso a cui il produttore può vendere una determinata quantità di grano in una data futura.

Se i prezzi del grano diminuiscono nel corso dei sei mesi, il produttore potrebbe avere una perdita sulla sua merce non ancora venduta sul mercato spot. Tuttavia, questa perdita sarà compensata dai guadagni ottenuti dalla vendita del contratto future sul grano al prezzo più elevato stabilito in precedenza.

Al contrario, se i prezzi del grano aumentano durante il periodo di sei mesi, il produttore otterrà maggiori guadagni dalle vendite spot del grano, ma subirà una perdita compensata dalla vendita del contratto future al prezzo inferiore.

Questo è solo un esempio semplice di come l'hedging può essere utilizzato, e ci sono molte altre strategie e combinazioni di strumenti finanziari che possono essere adottate per mitigare il rischio di mercato.

Normative dell’hedging in Italia

In Italia, l'hedging è un'attività che rientra nel contesto del trading finanziario. Esistono diverse normative e regolamenti che regolano il trading e l'utilizzo di strumenti di hedging.

L’ente che regola il mercato finanziario italiano è la CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), che ha il compito di stabilire regole e regolamenti per il trading e le attività di investimento, inclusi gli strumenti di hedging.

La direttiva dell'Unione Europea che riguarda la regolamentazione dei mercati finanziari, inclusi gli strumenti derivati utilizzati per l'hedging è la MIFID II (Direttiva sui Mercati degli Strumenti Finanziari), che stabilisce gli standard di regolamentazione e trasparenza per le negoziazioni.

Per quanto riguarda i derivati OTC (Over The Counter), come i contratti a termine e gli swap, questi sono regolamentati dall’EMIR (European Market Infrastructure Regulation), che impone l'obbligo di liquidazione tramite una controparte centrale autorizzata (Central Counterparty Clearinghouse) e prescrive requisiti di reporting e di marginazione per le posizioni in derivati OTC.

È importante che i trader e gli investitori che utilizzano strategie di hedging in Italia siano informati sulle normative e i regolamenti vigenti per garantire un'operatività in conformità con la legge. Per questo motivo è consigliabile consultare un consulente finanziario, o un esperto di regolamentazione, per una guida personalizzata e accurata in base alle proprie esigenze e alla situazione specifica.

Futures

futures cosa sono e come funzionano

Cosa sono, come funzionano, in quali tipologie si differenziano, vantaggi e rischi dei futures.

Cosa sono i futures nel trading

I futures sono contratti standardizzati che offrono l'opportunità di comprare o vendere, in una data futura specifica, un determinato titolo finanziario ad un prezzo predeterminato.

Questi contratti sono negoziati sui mercati dei futures, e sono utilizzati dagli operatori per proteggere da rischi di prezzo, speculare sull'andamento dei mercati o sfruttare opportunità di arbitraggio.

I contratti futures sono standardizzati, ovvero sono identici per dimensione, scadenza, caratteristiche del sottostante e modalità di liquidazione. Questo facilita la negoziazione e la liquidità del mercato. Inoltre permettono di applicare delle leve finanziarie per aumentare le possibilità di guadagno.

I futures possono riguardare una vasta gamma di asset, come azioni, indici di mercato, valute, materie prime e tassi di interesse. È importante notare che i futures sono strumenti finanziari complessi e comportano un grado di rischio significativo. Per questo motivo è necessario acquisire una solida conoscenza prima di investire nei futures.

Come funzionano i futures

I contratti futures funzionano attraverso un accordo tra due parti, un acquirente (denominato "long") e un venditore (denominato "short"). Il contratto impegna entrambe le parti a comprare (long) o vendere (short) un determinato asset in una data futura prefissata e a un prezzo concordato in precedenza.

Una volta stipulato il contratto, l'acquirente e il venditore del contratto devono depositare un margine iniziale che rappresenta sia una percentuale del valore totale del contratto, sia una garanzia per eventuali perdite.

Durante la durata del contratto, l'acquirente e il venditore dovranno anche effettuare adeguamenti del margine a causa delle fluttuazioni dei prezzi.

Alla data di scadenza del contratto, le due parti si accordano per la consegna fisica dell'asset sottostante (nel caso dei futures fisici) o per una compensazione finanziaria (nel caso dei futures finanziari), in base al prezzo concordato in precedenza.

Normalmente però molti operatori nel mercato dei futures non arrivano mai alla fase di consegna fisica dell'asset sottostante, e spesso chiudono le loro posizioni prima della scadenza del contratto, guadagnando o perdendo la differenza tra il prezzo di apertura e il prezzo di chiusura.

Come si regolano i futures

I futures vengono negoziati su mercati regolamentati. Le regolamentazioni sono progettate per garantire la trasparenza, la stabilità del mercato e la corretta gestione dei rischi associati ai contratti futures.

I futures sono regolati da diverse autorità di regolamentazione e mercati finanziari in tutto il mondo, e, di conseguenza, le regole e le regolamentazioni possono variare da paese a paese. Ad esempio, in Europa l'ente regolatore principale per i futures è l'Autorità Europea degli Strumenti finanziari e dei Mercati (ESMA), mentre negli Stati Uniti, è la Commodity Futures Trading Commission (CFTC).

Le autorità di regolamentazione svolgono un ruolo attivo nella sorveglianza e nel monitoraggio del mercato dei futures per garantire la correttezza delle negoziazioni e prevenire frodi e manipolazioni di mercato.

Tipologie di futures

Sui mercati finanziari è possibile scegliere tra diverse tipologie di futures a seconda dei propri obiettivi. Infatti i futures possono essere utilizzati per scopi speculativi, di copertura o di arbitraggio.

Tra le varie tipologie, le più comuni sono:

  • Futures su materie prime: consentono agli investitori di speculare sui prezzi delle materie prime fisiche, come petrolio greggio, oro, argento, gas naturale, grano, mais, zucchero e molti altri. Con questa tipologia, gli investitori possono sfruttare movimenti dei prezzi stagionali o coprirsi da rischi di fluttuazione dei prezzi.
  • Futures su indici azionari: permettono agli investitori di speculare sul movimento generale del mercato azionario o di proteggersi dalle fluttuazioni dei prezzi delle azioni. Questa tipologia permette di negoziare i futures con un indice di riferimento come il S&P 500 o il Dow Jones Industrial Average.
  • Futures su valute: permettono di speculare sui tassi di cambio o di coprire il rischio valutario associato alle operazioni internazionali. Questi futures riguardano gli scambi tra due diverse valute, come il contratto futures sull'euro e il dollaro americano (EUR/USD) o il contratto futures sullo yen giapponese e il dollaro americano (JPY/USD). 
  • Futures su tassi di interesse: riguardano i tassi di interesse a breve termine o i rendimenti dei titoli di stato. Consentono di speculare sulle aspettative dei tassi di interesse futuri o di gestire il rischio di tassi di interesse associato a prestiti o a investimenti.
  • Futures su obbligazioni: riguardano le obbligazioni di stato o altri titoli di debito. Permettono di speculare sui rendimenti delle obbligazioni o di proteggersi dalle fluttuazioni dei tassi di interesse.
  • Futures su prodotti finanziari: sono futures che riguardano prodotti finanziari strutturati, come i futures su indici di volatilità (VIX), i futures su credit default swap (CDS) e i futures su exchange-traded funds (ETF).

Vantaggi nell’investire nei futures

I futures possono offrire maggiore liquidità rispetto ad altre forme di trading, e sono negoziati su mercati regolamentati.

Ci sono diversi vantaggi nell'investire nei futures, che potrebbero rendere questa forma di investimento interessante per molti investitori:

  • Utilizzo di leve finanziarie: i futures consentono agli investitori di ottenere un considerevole effetto leva sul proprio capitale. È possibile cominciare a investire con una quantità relativamente piccola di denaro, depositato come margine iniziale, per controllare una posizione di valore molto più elevato. Tuttavia, questa leva finanziaria amplifica sia i potenziali guadagni che le potenziali perdite.
  • Alta liquidità: i futures sono negoziati su scambi regolamentati ed è possibile usufruire di una liquidità elevata. Ciò significa che ci sono numerosi acquirenti e venditori disposti a partecipare al mercato, rendendo più facile l'esecuzione degli ordini di acquisto o vendita a prezzi competitivi.
  • Copertura dei rischi: mediante l'utilizzo dei futures, gli investitori possono proteggersi da fluttuazioni sfavorevoli dei prezzi degli asset sottostanti o delle valute. Ad esempio, gli operatori che possiedono un portafoglio azionario possono utilizzare i futures sull'indice di riferimento per coprire il rischio di calo dei prezzi.
  • Diversificazione del proprio portafoglio: la disponibilità di futures su una vasta gamma di asset, come azioni, materie prime, valute e tassi di interesse, consente agli investitori di diversificare il proprio portafoglio. Questo può aiutare a ridurre il rischio complessivo e a sfruttare opportunità di investimento in diversi settori.
  • Costi relativamente bassi: rispetto ad altri strumenti finanziari, ai futures vengono applicate commissioni relativamente basse; inoltre, possono essere negoziati su margini, permettendo così agli investitori di controllare il capitale impegnato e sfruttare l'effetto leva finanziaria a costi relativamente ridotti.
  • Facilità di accesso: i futures sono negoziati su mercati regolamentati e possono essere negoziati tramite intermediari finanziari.

Rischi dell’investire nei futures

Tuttavia, l'investimento nei futures può comportare anche alcuni rischi, come ad esempio:

  • Rischio di volatilità: i futures sono strumenti finanziari che dipendono dal valore dell'asset sottostante. I prezzi dei futures possono essere volatili e influenzati da fattori come l'offerta e la domanda di mercato, gli eventi politici ed economici, le fluttuazioni dei tassi di interesse e le condizioni globali.
  • Rischio di leva finanziaria: sebbene la leva finanziaria offerta dai futures possa amplificare i guadagni, può anche amplificare le perdite. Un movimento di mercato sfavorevole può portare a perdite superiori all'importo inizialmente investito.
  • Rischio di liquidità: sebbene i futures siano generalmente considerati strumenti liquidi, la liquidità può variare a seconda del contratto futures specifico, dell'orario di negoziazione e delle condizioni di mercato. In periodi di volatilità o bassa liquidità, potrebbe essere difficile eseguire rapidamente ordini di acquisto o vendita ai prezzi desiderati.
  • Rischio di controparte: i futures sono contratti tra due parti e ciò comporta il rischio di controparte. Se una delle parti non adempie agli obblighi previsti dal contratto, potrebbero verificarsi perdite finanziarie per l'altra parte. È importante selezionare intermediari finanziari affidabili e cooperare con controparti creditizie solide.
  • Rischio di gap di prezzo: i futures sono negoziati in sessioni di mercato con orari specifici. Di conseguenza, il valore delle posizioni aperte sui futures può variare a causa delle differenze di prezzo che possono verificarsi mentre il mercato è chiuso. Ad esempio, possono verificarsi importanti eventi o notizie che possono causare un'apertura del mercato a un prezzo molto diverso rispetto a quello di chiusura precedente, creando così un gap di prezzo.
  • Rischio di espansione di margine: durante la durata del contratto futures, possono verificarsi fluttuazioni dei prezzi che portano a variazioni nel valore dell'asset sottostante. Questo può richiedere adeguamenti del margine, ovvero depositare o prelevare fondi dal conto di margine per mantenere il livello di margine adeguato. Se l'investitore non è in grado di soddisfare queste richieste, potrebbe essere soggetto a liquidazione forzata della posizione.

Costi legati al trading di futures

I costi legati al trading di futures possono variare a seconda del broker o della piattaforma utilizzata. I costi più comuni da tenere in considerazione sono sicuramente le commissioni di trading, che può variare in base al broker e al volume di trading, lo spread, che può essere applicato per coprire i costi di esecuzione e gestione degli ordini e il margine, o garanzia, necessario per coprire eventuali perdite.

Se si detiene un contratto di future oltre la sua data di scadenza, potrebbero applicarsi costi di rollover per mantenere la posizione aperta. Infine, alcune piattaforme potrebbero richiedere tariffe aggiuntive per l'accesso ai dati di mercato in tempo reale.

Scadenze e orari dei contratti futures

Solitamente le scadenze dei contratti futures possono essere mensili o trimestrali, ed hanno specifici orari di negoziazione che dipendono dal mercato in cui vengono scambiati. Per la maggior parte dei contratti futures, gli orari di negoziazione regolari iniziano solitamente la domenica sera e terminano il venerdì pomeriggio.

Tuttavia, ci possono essere variazioni a seconda del mercato e del contratto. Ad esempio, il mercato futures del CME è aperto durante la settimana dalle 17:00 alle 16:00 (orario di Chicago) con una pausa di chiusura quotidiana tra le 16:00 e le 17:00.

Tuttavia alcuni mercati permettono anche la negoziazione elettronica dei futures al di fuori degli orari di negoziazione regolari, permettendo quindi di fare trading anche al di fuori dei normali orari di mercato.

Fair Value

fair value significato cos'e

Cos’è il fair value, come funziona, a cosa serve e come si calcola.

Cos’è il fair value

Nel trading il fair value viene utilizzato come punto di riferimento per valutare se un mercato o attività finanziaria è sopravvalutata o sottovalutata rispetto al suo reale valore.

In inglese “fair value” significa “valore equo”, ed in effetti questo concetto applicato al trading serve a valutare il valore intrinseco di un'attività finanziaria, in base a vari fattori come i dati di mercato, i flussi di cassa previsti, la volatilità e altri fattori rilevanti.

Tuttavia, è importante notare che la determinazione del fair value non è un processo esatto. Esistono diverse metodologie e modelli che possono essere utilizzati per calcolare il fair value, ma possono fornire risultati diversi. Spesso, gli operatori di mercato utilizzano il fair value come una stima approssimativa piuttosto che un valore assoluto.

Come funziona il fair value e come si usa

Il fair value si basa sull'idea che il prezzo di un'attività finanziaria dovrebbe tendere verso il suo valore intrinseco nel lungo periodo. Di conseguenza, quando l'attività è inferiormente o superiormente valutata rispetto al suo fair value, potrebbero presentarsi opportunità di trading.

È importante sottolineare che il fair value è una stima soggettiva e può variare tra gli operatori di mercato. Inoltre, le fluttuazioni dei prezzi sul mercato possono essere influenzate da molti altri fattori come la domanda e l'offerta, le notizie di mercato e eventi economici o politici, che possono portare a discrepanze temporanee tra il prezzo di mercato e il fair value. Pertanto, è necessario fare ulteriori analisi e valutazioni per prendere decisioni di trading informate.

Per effettuare una valutazione di un’attività finanziaria, per determinarne il fair value, gli investitori devono tenere in considerazioni diverse variabili, come i dati finanziari, le prospettive di crescita, i flussi di cassa futuri, i tassi di interesse e altri elementi rilevanti per determinare il valore dell'attività. La valutazione può essere realizzata tramite diversi metodi, come l'analisi fondamentale, l'analisi tecnica e l'analisi delle valutazioni comparative.

Una volta calcolato il fair value, gli operatori possono confrontare il fair value con il prezzo corrente dell'attività sul mercato. In questo modo, il fair trading può essere utilizzato per:

  • valutare gli investimenti e determinare se un'attività è un'opportunità di acquisto o di vendita;
  • identificare le opportunità di trading;
  • gestire il rischio, utilizzando il fair value di un'attività per impostare limiti di stop loss o di take profit;
  • valutare le performance di un portafoglio di investimenti, confrontando il fair value con le relative performance sul mercato.

Per fare qualche esempio, se il prezzo dell'attività è inferiore al suo fair value, si dice che l'attività è sottovalutata e potrebbe essere considerata un'opportunità di acquisto. Al contrario, se il prezzo è superiore al fair value, l'attività è considerata sopravvalutata e potrebbe essere considerata un'opportunità di vendita al fine di beneficiare di una possibile correzione verso il fair value.

Come calcolare il fair value

Il calcolo del fair value nel trading dipende dall'asset finanziario che si desidera valutare. Non si tratta infatti di applicare una formula precisa, bensì di scegliere un approccio adeguato alla tipologia di strumento finanziario.

Tuttavia, esistono alcune metodologie e modelli comuni utilizzati per stimare il fair value, tra cui:

  • Analisi fondamentale: prevede una valutazione secondo un approccio "bottom-up", ossia prendendo in considerazione i dati specifici dell'attività, come i dati finanziari, le prospettive di crescita, i flussi di cassa futuri e altri fattori rilevanti, per determinare il suo fair value.
  • Analisi comparativa: confronta l'attività finanziaria con le prestazioni di altre attività simili nel settore sul mercato. 

Ci sono poi altri modelli di valutazione che utilizzano dati come i flussi di cassa attesi, i tassi di sconto e altri fattori per stimare il fair value dell'attività. Ad esempio: il discounted cash flow (DCF), il modello di valutazione degli utili futuri (PE ratio) e il modello di valutazione dei flussi di cassa delle obbligazioni (bond cash flow model).

Poiché il calcolo del fair value non fornisce un valore esatto, visto che può essere influenzato da numerose variabili e supposizioni, può essere utile usare più metodi e fonti di informazione per ottenere una valutazione più completa e accurata del fair value.